Difesa

"Spiati dall'algoritmo Horus": bufera su Fbi e Pentagono

Fbi e Pentagono hanno sviluppato un algoritmo di riconoscimento facciale denominato "Horus". La rivelazione del Washington Post

"Spiati dall'algoritmo riconoscimento facciale Horus": bufera su Fbi e Pentagono

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"Bomba" del Washington Post su Fbi e Pentagono. Il quotidiano della capitale Usa ha rivelato che negli scorsi anni la principale agenzia investigativa statunitense e il dipartimento della Difesa hanno sviluppato un programma di riconoscimento facciale che grazie a un software complesso ha la possibilità di riconoscere le immagini degli abitanti fotografati da telecamere, impianti di sorveglianza e perfino droni.

Tutto parte da una causa in corso intentata ai sensi del Freedom of Information Act (Foia) che l'American Civil Liberties Union ha mosso contro l'Fbi ottenendo la pubblicazione di documenti d'interesse pubblico che mostrano l'utilizzo di sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale, sviluppati al J. Edgar Hoover Building con il sostegno dell'Intelligence Advanced Research Projects Agency del Pentagono.

"Il sistema di riconoscimento facciale migliorato è stato infine ripiegato in uno strumento di ricerca, chiamato Horus, e messo a disposizione dell'Ufficio di supporto tecnico per la lotta al terrorismo del Pentagono, che aiuta a fornire tecnologie militari alle forze di polizia civili", scrive il Post. Horus era la divinità egizia il cui occhio era considerato simbolo di preveggenza e sicurezza, tanto da ritenere possibile vedere nell'aldilà ai defunti. Per il Wp "lo strumento Horus è stato offerto per l'uso ad almeno sei agenzie federali e il loro feedback sta "continuando ad essere utilizzato per perfezionare lo strumento", hanno detto i funzionari del dipartimento della Sicurezza Nazionale l'anno scorso".

Sono questi i principali ritrovati che le agenzie Usa hanno ottenuto dal programma di ricerca denominato con il nome in codice di Janus e finalizzato a capire come localizzare gli americani attraverso le immagini raccolte dalle telecamere di sorveglianza dei luoghi pubblici, compresi metropolitane, stazioni ed angoli delle strade. Nessuna legge federale ad oggi può regolamentare il modo in cui i sistemi di riconoscimento facciale possono essere utilizzati e strutturati operativamente. A Capitol Hill, di recente, un'iniziativa legislativa è stato preso dal senatore democratico del Massachussets, il senatore Edward J. Markey.

Questi di recente parlando proprio con il Wp ha detto che intende promuovere la discussione per ampliare e codificare al meglio quanto stabilito da un disegno di legge, introdotto nel 2020, che parla di profilazione biometrica. Le modifiche promosse da Markey "limiterebbero il modo in cui le agenzie federali possono sfruttare il riconoscimento facciale e altre tecniche di ricerca biometrica". Nel frattempo si riapre il tema della privacy dei cittadini Usa di fronte al potere politico, una grande questione di trasparenza e democrazia. E dato che la sola Fbi ha accesso a ben 640 milioni di foto di cittadini americani raccolte negli anni, il potenziale dell'occhio di Horus creato dagli scienziati federali è notevole.

Con tutte le conseguenze che questo comporta.

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