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Dal Mar Rosso alla pirateria: quel mistero sui voli italiani verso il Corno d'Africa

Nella giornata di ieri almeno due voli di aerei da trasporto dell'Aeronautica Militare erano diretti verso il Corno d'Africa. Cerchiamo di capire perché

Dal Mar Rosso alla pirateria: quel mistero sui voli italiani verso l'Africa

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L'11 febbraio, un solitario Dassault Falcon 50 dell'Aeronautica Militare Italiana, utilizzato solitamente per il trasporto “Vip”, risultava essere in volo sul Mar Rosso davanti alle coste dell'Eritrea con rotta verso sud. Non è stato possibile, tramite app di monitoraggio del traffico aereo, stabilire aeroporto di destinazione e arrivo non essendo indicati, e quindi nemmeno la rotta completa del velivolo, pertanto si aprono almeno due ipotesi a riguardo.

La prima è che il Falcon 50 fosse diretto verso Gibuti: come sappiamo l'Italia sarà una delle tre nazioni a guida della missione Aspides per la protezione del traffico navale lungo lo Stretto di Bab el-Mandeb insieme a Francia e Germania stabilita dall'Unione Europea. Il nostro Paese contribuirà con assetti aeronavali, tra cui un cacciatorpediniere della classe Andrea Doria (o Orizzonte) e almeno una fregata della classe Carlo Bergamini (o Fremm), che lavoreranno in coordinamento con G-550 Caew (Conformal Airborne Early Warning) dell'Aeronautica Militare, e che si uniranno agli assetti inviati dalle altre nazioni europee partecipanti alla missione.

Sappiamo che l'Italia avrà il comando tattico di Aspides, che richiede quindi una postazione avanzata di controllo che con ogni probabilità sarà a bordo del cacciatorpediniere “Caio Duilio”, ma servirà anche un dispositivo logistico basato a terra per supportare uomini e mezzi. Pertanto è ragionevole supporre che si sfrutterà lo scalo aereo di Gibuti, e il nostro insediamento militare “Amedeo Guillet” situato poco distante. Quindi se il Falcon 50 è atterrato a Gibuti, probabilmente a bordo era presente una delegazione nazionale col compito di organizzare e coordinare l'arrivo dei nostri specialisti con gli alleati, soprattutto i francesi che hanno una presenza consistente in situ e che hanno dimostrato nel corso dell'attuale crisi del Mar Rosso capacità gestionali per sostenere lo sforzo delle proprie unità navali già presenti nell'area da tempo.

Parimenti, il personale potrebbe preparare il comando della missione europea anti-pirateria Atalanta, il cui avvicendamento è stato ufficializzato proprio ieri. L'ammiraglio Francesco Saladino eserciterà le funzioni di Force Commander da bordo della fregata “Federico Martinengo” fino a giugno. Scopo dell'operazione Atalanta, come accennato, è prevenire e reprimere gli atti di pirateria nell'area di operazioni, che comprende il Mar Rosso, il Golfo di Aden e il Bacino somalo, garantendo anche la protezione delle unità mercantili addette al trasporto di aiuti umanitari diretti in Somalia e Yemen. Nave “Martinengo” prima di arrivare a Gibuti, è stata impegnata in Mar Rosso per assicurare la vigilanza marittima e la protezione delle unita' mercantili in transito.

Nei giorni scorsi si sono notati anche voli (l'ultimo sempre ieri) di C-130J dell'Am tra Pisa e Addis Abeba, capitale etiope, ma probabilmente si inquadrano negli accordi stipulati tra Italia ed Etiopia lo scorso 2 dicembre: a Dubai, nel corso della Cop28, i due Paesi hanno siglato un nuovo Memorandum of Undestanding che rilancia la cooperazione bilaterale.

La sottoscrizione dell’atto è avvenuta nell’ambito dell’incontro tra il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto e il ministro della Pianificazione e dello Sviluppo etiope, Fitsum Assefa.

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