Cultura e Spettacoli

E adesso la sinistra trasmetterà i "comizi" del guru Santoro

A ottobre parte Comizi d'amore, la nuova trasmissione di Santoro. Il progetto è sostenuto da un'associazione no profit e finanziato da diversi imprenditori. Il giornalista avverte: "Abbiamo bisogno di 250mila euro a puntata". La sinistra parlamentare sgomita per dare una mano. Di Pietro mette a disposizione il suo blog, il Pd è pronto a trasmettere su YouDem tv. E l'ex europarlamentare: "Così ci riprendiamo la Rai"

E adesso la sinistra trasmetterà 
i "comizi" del guru Santoro

Roma - La sinistra è già pronta a fare da stampella a Michele Santoro. Dal blog di Antonio Di Pietro alla web tv del Partito democratico la fila è lunga: i media progressisti fanno a gara per compiacersi il guru e per trasmettere in mondo visione la nuova trasmissione, Comizi d'amore:venticinque puntate in onda da fine ottobre su un network di televisioni locali su digitale e sulla piattaforma Sky, ma anche in rete. Lo stesso modello usato dal giornalista per Raiperunanotte e per Tuttiinpiedi.

Il titolo della trasmissione è un omaggio a Pier Paolo Pasolini. Lo scopo è quello di rivoluzionare il mercato televisivo italiano. "Sarà una grande manifestazione per rappresentare la protesta della società italiana, che non trova spazio sulle emittenti tradizionali e che vuole indicare una strada alternativa", ha spiegato ieri Santoro durante la festa del Fatto Quotidiano a Marina di Pietrasanta. L'intento del giornalista è quello di intercettare milioni di persone. Dopo aver detto addio alla Rai, infatti, Santoro è uscito allo scoperto: da tribuno della televisione pubblica a guru incontrastato della sinistra extraparlamentare. Il bagno di folla bolognese, in occasione dei festeggiamenti per la Fiom, l'ha sicuramente galvanizzato.

Alla base del progetto c'è un'associazione no profit che si chiama "Servizio pubblico". I cittadini potranno entrarvi a far parte con un contributo di 10 euro. A finanziare il progetto contribuiranno anche imprenditori come il patron di Telelombardia, Sandro Parenzo, Etabeta, Il Fatto Quotidiano, Antenna 3, Videolina, Telefriuli, Telecapri, Antenna Sicilia, PrimoCanale e tante altre. La lista è lunga. "Metteremo anche soldi nostri e poi ci sarà la pubblicità. Abbiamo bisogno di 250mila euro a puntata - ha spiegato Santoro - mi hanno detto che il network copre un territorio superiore a quello di La7". Ed è proprio qui che la politica corre in soccorso all'ex europarlamentare dell'Ulivo. Dai dipietristi ai democratici, la sinistra sgomita per dare una mano a Santoro. "La vicenda Santoro fa comprendere come in questo Paese la libertà d’informazione sia fortemente a rischio - interviene Antonio Di Pietro - continueremo a difendere, con tutte le nostre forze, i giornalisti dalla schiena dritta che non si piegano agli interessi del Palazzo". A fronte di questo, l'Italia dei valori metterà a disposizione sia il sito del partito sia il blog dell'ex pm per trasmettere in diretta streaming la nuova trasmissione di Santoro. Stessa proposta arriva dal Pd. Il democratico Walter Verini ha la disponibilità di Youdem tv: "Michele Santoro è e resterà a lungo una delle personalità più autonome e autorevoli del panorama giornalistico italiano, da oltre vent’anni le sue trasmissioni riscuotono un grande successo di pubblico e hanno l’enorme merito di aver contribuito a rendere più libera un’informazione ancora sofferente per il macroscopico conflitto di interessi che grava sul nostro Paese".

Il programma andrà in onda in prima serata, ma il giorno è ancora da decidere. Lo studio sarà a Roma e alla scenografia sta lavorando lo stesso Santoro. Della squadra faranno parte anche Vauro e Marco Travaglio. "Chiederò in ginocchio a Sabina Guzzanti, Daniele Luttazzi, Adriano Celentano di venire nel programma - ha annunciato l’ex conduttore di Annozero - quello che faremo ha lo scopo primario di riprenderci quello che ci hanno tolto. Riprenderci la Rai che è pubblica".

Insomma, è tutto pronto: la squadra degli antiberlusconiani, la cassa di risonanza, i sostenitori e la sponda politica.

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