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E gli slogan sulla raccolta differenziata finiscono nelle vecchie discariche

Molte regioni non vogliono gli inceneritori perchè puntano, a parole, sul riciclo. Che poi non si fa. E la Ue ci multa: 250 milioni dal 2011

E gli slogan sulla raccolta differenziata finiscono nelle vecchie discariche

Gli inceneritori? Guai a parlarne. Ambientalisti e governi regionali di cattiva volontà sono spesso d'accordo nello spendere slogan a buon mercato: l'incenerimento dei rifiuti appartiene al passato, il futuro è della raccolta differenziata. L'idea ha senza dubbio un senso, a condizione, però, che la differenziata si faccia davvero e si faccia con la pignoleria metodica di certi Paesi del Nord Europa. Poi basta controllare le statistiche per scoprire che le regioni dove non ci sono impianti di termovalorizzazione sono spesso le stesse in cui le percentuali di differenziata sono più basse. L'esempio più clamoroso è quello della Sicilia: di inceneritori non ce n'è nemmeno uno e la differenziata è al 12,8% del totale (per fare un confronto il Veneto, secondo il rapporto Ispra la regione italiana più virtuosa, è al 68,8%). Quindi, se il pattume non si ricicla e non si brucia, che cosa si fa? Nonostante le belle parole, non rimane che buttarlo come una volta in qualche bella discarica.

Peccato che in base alle norme dell'Unione Europea le discariche siano considerate più inquinanti dei termovalorizzatori. Le prime comportano una serie di problemi che possono diventare difficilmente controllabili (per esempio la contaminazione delle falde freatiche), i secondi, se costruiti a regola d'arte, inquinano né più né meno di una piccola o media azienda.

Ma noi, come casalinghe poco scrupolose, anzichè mettere la polvere dove andrebbe messa, la scopiamo sotto il tappeto facendo finta di niente. Il risultato sono le multe che puntuali Bruxelles ci infligge un anno dopo l'altro. Solo dal 2011 (ma la storia è iniziata ancora prima) per non aver bonificato o chiuso una serie di depositi che non rispondevano ai requisiti minimi di sicurezza abbiamo pagato sanzioni per circa 250 milioni di euro. E il tassametro continua a correre, perchè le multe della Ue sono di solito formate da una parte forfettaria e da una periodica che scatta finchè la situazione di irregolarità persiste. Allo stato attuale i depositi da mettere a norma sono un centinaio circa e le multe vanno dai 200mila ai 400mila euro semestrali a seconda della pericolosità delle discariche illegali.

Quanto ai termovalorizzatori, che consentono anche di usare i rifiuti per risparmiare sull'energia, perchè mai un governo regionale dovrebbe rischiare l'impopolarità per costruirli? Tanto, si sa, basta fare la raccolta differenziata..

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