Due, tre settimane per sapere se su Marte cè davvero lacqua e, con essa, la possibilità di trovare forme di vita: a dirlo sarà lo sguardo assolutamente unico di Marsis, il radar tutto italiano installato a bordo della sonda europea Mars express, che si trova sul pianeta rosso dal dicembre del 2003.
Una serie di rinvii iniziava a preoccupare gli esperti dellAgenzia spaziale italiana, che lo ha realizzato: poi, quindici giorni fa, Marsis ha cominciato ad aprire le sue antenne - due sottilissimi bracci di venti metri, in kevlar e unaltra estremità lunga sette metri. E, ieri, ha iniziato a «comunicare» con i ricevitori terrestri: i primi segnali che Marsis ha lanciato sono anche le prime immagini in assoluto del sottosuolo del pianeta rosso. Informazioni che andranno decifrate, perché, come tutto ciò che è speciale, Marsis parla un linguaggio tutto suo, perché gli scienziati non hanno ancora alcun termine di paragone e, quindi, dovranno crearselo: nel giro delle prossime settimane, analizzeranno in ogni minimo dettaglio le immagini inviate dal radar italiano, elaborando anche nuovi parametri di riferimento.
Lesplorazione, quindi, prosegue a terra ma, soprattutto, su Marte, il pianeta più simile al nostro, quello dove potrebbero esserci tracce di vita. La risposta a Marsis, ai suoi giri incessanti intorno allorbita marziana: ne compie circa tre al giorno e, quindi, ne ha già realizzate circa cinquanta, captando ogni volta le profondità nascoste sotto la superficie, fino a un massimo di cinque chilometri. In particolare, Marsis riesce a «cercare quelle discontinuità nel sottosuolo che possono essere attribuite alla presenza di acqua», come spiega Enrico Flamini dellUnità di osservazione delluniverso dellAsi. E se le immagini, una volta decodificate, diranno proprio questo, allora, «significa che potrebbero esserci le condizioni per trovare anche forme di vita autoctone - prosegue Flamini -. Inoltre, in caso di esplorazione, ci sarebbe possibilità di sopravvivenza per gli astronauti».
Una sigla anglosassone - «Marsis» significa «Mars advanced radar for subsurface and ionosphere sounding», poiché è in grado di scandagliare non solo le profondità ma, anche, latmosfera - per un successo tutto italiano: il progetto è stato ideato da Giovanni Picardi, docente della Sapienza di Roma e realizzato da Alcatel Alenia Space, in collaborazione con il Jet propulsion laboratory della Nasa. E il 10 agosto prossimo partirà lerede Sharad («Shallow radar»), altra creazione del gruppo di Picardi: un anno di viaggio nello spazio, e raggiungerà Marsis per tracciare una mappa completa del pianeta rosso.