Cronache

Ecco chi sono i ladri che lasciano l’Italia al buio Furti di rame: a chi fanno gola i fili elettrici?

Il record è in Puglia, nel Foggiano: ogni giorno vengono rubati due chilometri di cavi dai tralicci. Il caso: da mesi 150 aziende sono bloccate e la luce non è ancora tornata. Ma ricevono lo stesso la bolletta dell'Enel

Ecco chi sono i ladri che lasciano l’Italia al buio 
Furti di rame: a chi fanno gola i fili elettrici?

È senza corrente elettrica dal 4 luglio, ma la bolletta l’Enel gliel’ha recapitata lo stesso. Lo racconta Nicola Gorgoglione, 64 anni, titolare di un’azienda zootecnica in contrada Posta La Via a 20 km da Foggia. Ben 712,31 euro da pagare su un consumo presunto perché il signor Gorgoglione al pari di centinaia di aziende della Capitanata è vittima dei cosiddetti furti di rame. Un fenomeno che in un anno ha messo in ginocchio il settore agricolo e zootecnico della provincia di Foggia, uno dei più floridi d’Italia.

In cosa consiste il furto? Nelle razzìe di fili elettrici per ricavare il rame e rivenderlo. Un business di almeno quattro milioni di euro all’anno solo in Capitanata, una delle zone più colpite. A dirlo la Prefettura di Foggia: nel periodo gennaio-15 luglio 2011, 298 furti hanno smantellato 277 km di cavi e depredato circa 259 tonnellate di rame. E se la Prefettura di Bari indica in Puglia 1.919 furti l’anno scorso, pari al 16,61% dei casi nazionali, nel primo semestre 2011 gli episodi sono già 1.466. Maglia nera sempre la Capitanata, dove, per l’Enel, si concentra l’80% dei furti di rame in Puglia, cioè il 30% del dato nazionale. Ottocento km di linee trafugate nel foggiano negli ultimi due anni, circa 2 km al giorno, ma ormai manca poco ad arrivate a quota mille: incrociando i dati di Prefetture ed Enel, ad agosto i km giornalieri di fili rubati sono all’incirca 3.

L’ennesimo caso nella notte del 7 settembre: 5 km di cavi razziati tra Lucera e Orta Nova, circa 48 ore dopo il tavolo sui furti di rame di Bari con il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano e organizzato dall’Orsa (l’Osservatorio regionale dei reati nel settore agricolo e agroalimentare), e circa dieci ore prima dei lavori di un altro gruppo, l’indomani alla Prefettura di Foggia.

La posta in gioco è il rame, molto richiesto grazie al suo largo uso nell’industria. Le sue quotazioni sono di 8.800 dollari circa a tonnellata (base 3 mesi), ma secondo gli analisti gli aumenti sono di circa il 15% rispetto al 2010. I furti di rame avvengono in tutta Italia, ma perché la Capitanata è così presa di mira? «Con i suoi quasi 7mila km quadrati - spiega Antonio Nunziante, Prefetto di Foggia - è la seconda provincia più vasta d’Italia con intere zone quasi disabitate e buie ideali per furti a catena».

Gli assalti riguardano anche Telecom che ha risolto il problema interrando i cavi, e Ferrovie dello Stato ma con minore incidenza dell’Enel. Circa 60 i ladri arrestati. «Sono in prevalenza rumeni, bulgari e albanesi - spiega Vincenzo Russo, Procuratore capo della Repubblica di Foggia - i basisti, invece, sono di sicuro italiani. In genere fanno sopralluoghi e lasciano alcuni segnali vicino ai pali. Dopo qualche giorno entrano in azione».

Catturare i ricettatori darebbe una svolta alle indagini. «I controlli nelle aziende foggiane che raccolgono metalli usati non hanno dato risultati. Il rame rubato passa da Cerignola e San Severo, poi lo perdiamo. Stiamo allargando le indagini a Napoli e verificando con l’Interpol i collegamenti degli arrestati con i loro paesi di origine». Ma le manette non sono un deterrente. Precisa Russo: «Spesso sono incensurati, accusati di furto che è un reato di piccola entità per cui beneficiano della sospensione condizionale della pena». Il prefetto Nunziante, perciò, ha proposto «l’arresto ritardato» per pedinare i ladri e risalire ai mandanti. Proposta che per Russo «è attuabile nei limiti consentiti dalle norme».

«Le indagini- continua - sono affidate al massimo a due magistrati per avere una visione unitaria: un pm è Dominga Petrilli, l’altro è in corso di individuazione». «Sono criminali specializzati - aggiunge Pietro Salcuni, presidente della Coldiretti di Foggia (15mila aziende associate) - abili nel depredare cavi attraversati da 15mila volt senza rimetterci le penne». Come agiscono? «Lanciano una catena contro i fili mandandoli in corto, poi si arrampicano e con le cesoie tranciano i cavi. In basso gli altri complici li raccolgono, un lavoro che richiede alcune ore». Il ritardo sia negli interventi («Le indagini a vasto raggio sono partite solo da qualche mese» dice Russo) che nei ripristini è un altro dei protagonisti di questa storia.

Lo dice Salcuni che imputa all’Enel lentezze anche di quattro mesi che danneggiano le aziende. «Non ci sono tre-quattro mesi di attesa se siamo stati allertati» risponde Alessandro Zerboni delle relazioni esterne dell’Enel. E Salcuni ribatte che in Capitanata ancora circa 150 aziende attendono i ripristini da giugno e di queste almeno sei sono al buio da marzo. Su indicazione dell’Orsa insediatasi l’11 giugno, sono stati costituiti nelle sei province pugliesi altrettanti gruppi che vedono la collaborazione di forze dell’ordine, magistratura e associazioni agricole (Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri).

A Foggia, il Prefetto Nunziante ha creato due tavoli: «Il primo di carattere investigativo a cui partecipa anche l’Enel fornendo supporto tecnico e informatico. L’altro, invece, con le associazioni e l’azienda elettrica si occupa dei ripristini». Aggiunge Domenico Vozza, responsabile Security Enel: «Stiamo valutando anche di attuare un servizio di presidio e videosorveglianza delle linee. Per scoraggiare i furti, nei riallacci usiamo cavi di alluminio».

E questi due gruppi potrebbero fare da apripista a nuove soluzioni: «Il ministero dell’Interno monìtora il piano - dice Nunziante - e potrebbe adottare la nostra formula per sottoscrivere in futuro un patto di legalità per la sicurezza nelle campagne a livello nazionale». Difatti il 17 ottobre a Foggia ci sarà il sottosegretario Mantovano. E qui arriva la previsione: «Ritengo che in sei mesi avremo una consistente riduzione dei furti» sottolinea il Procuratore Russo.

Intanto le razzìe continuano e c’è chi chiede l’intervento dell’esercito.

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