Cronache

Ecco l'Europa dei "no" che non ha mai un'idea

La bocciatura del reato di clandestinità da parte della Corte di Strasburgo è l’ultimo di una serie di stop imposti. Ma dall’invasione di Lampedusa ai rom, Bruxelles non ha saputo proporre soluzioni

Ecco l'Europa dei "no" 
che non ha mai un'idea

L’Unione europea ha det­to l'ennesimo «no» a una nor­mativa italiana nei confronti degli immigrati. Si tratta del­l’ingresso e del soggiorno clandestino: la clandestinità per l’Ue, non è un reato. Vi­sto, però, che dall’Europa non giunge mai una soluzio­ne ai gravissimi problemi che ci affliggono, ma sempre e sol­tanto dei «no» che vietano qualsiasi soluzione a favore dell’Italia, dobbiamo neces­sariamente guardare in fac­cia questa realtà e analizzar­ne con la massima obiettività possibile i vari aspetti prima di decidere che cosa fare. Il presupposto che ha dato origine alla costruzione euro­pea è «l’uguaglianza» di tutti gli Stati membri: si tolgono i confini e il territorio diventa uno solo, così come diventa­no una cosa sola le popolazio­ni, i costumi, le leggi.

Stru­mento principe per passare sopra alle differenze dei po­poli realizzando l'uguaglian­za, è la carta dei diritti umani, che, infatti, si riferisce ai sin­goli individui, di là da qualsia­si connotato di gruppo. Spari­sce, così, ogni aggregato so­ciale: famiglia, nazione, cul­tura, religione, e si passa di­rettamente all'universalità. Universalità che nelle aspira­zioni di economisti e banchie­ri significa mercato mondia­l­e, e nel prossimo domani go­verno mondiale. L’Unione europea dovrebbe rappre­sentarne il riuscito prototipo. Gli Stati europei, però, persi­stono nel non essere uguali, neanche nei dati fondamen­tali. Se mettiamo a confron­to, per esempio, quelli più si­mili all'Italia, troviamo che la Francia ha un’estensione di 547.030 chilometri quadrati e la Spagna di 504.782, quasi il doppio dell’Italia con i suoi 301.230 km. quadrati oltretut­to pieni di monti, di fiumi e di spiagge non abitabili. L'indi­ce della densità demografica è al contrario il maggiore per l'Italia con i suoi 197 abitanti per km. quadrato in confron­to ai 111 della Francia e agli 80 della Spagna.

L'Italia è riu­scita, però, a mantenersi sem­pre «Italia», con le meraviglio­se creazioni del pensiero che la contraddistinguono, nel­­l’arte, nella scienza, nella mu­sica, nel diritto, nella lettera­tura, perché ha impegnato il massimo sforzo nel difender­si, nonostante la sua rischio­sissima posizione geografi­ca, da tutti quelli che voleva­no stabilirvisi, pirati, barbari o musulmani che fossero. Ve­nire meno a questa difesa si­gnificherebbe in brevissimo tempo la morte degli italiani e dell'italianità. L’Italia,dunque,non avreb­be mai dovuto aderire a Schengen, se non altro a cau­sa della sua posizione geogra­fica. Dato che l'ha fatto, biso­gna in qualche modo correre ai ripari: sospendere imme­diatamente l'adesione, come già proposto dalla Francia, dandosi così il tempo per con­vincere l'Unione a cambiare quelle normative che non sol­tanto cozzano contro ogni buon senso, ma mettono a ri­schio la stessa sopravvivenza culturale e fisica dei popoli in quanto tali. Il territorio di un popolo è la sua casa, il confi­ne è la porta di questa casa.

Non è dunque più un reato entrare di forza in un'abita­zione? I ladri faranno salti di gioia nel sentire tale procla­ma. Speriamo che le sinistre vo­gliano collaborare nel con­vincere l'Europa, malgrado l'intangibilità che le hanno in­spiegabilmente costruito at­torno. A dire il vero questo ti­po di «sacralizzazione» da parte delle sinistre, che scat­ta in modo automatico di fronte a qualsiasi verbo scen­da da Bruxelles, fa venire in mente un'altra sgradevolissi­ma sacralizzazione, quella dell'Urss.

Questa volta, però, è in gioco la sopravvivenza dell'Italia: cerchiamo di esse­re, e di comportarci tutti sol­tanto come italiani.

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