Roma

Ecco le linee guida per combattere il tumore al seno

Come contrastare il tumore alla mammella? L’arma più efficace è l’allestimento di una rete senologica che nel Lazio, pur essendo la terza regione d’Italia come incidenza della malattia, ancora manca. È per tentare di colmare questa lacuna che l’associazione «Faresanità» ha riunito ieri a convegno alla Camera dei Deputati, i suoi vertici insieme alle autorità sanitarie locali e ai rappresentanti politici di settore, dettando le linee-guida per battere una forma di cancro che colpisce nella nostra regione più di 6.500 donne l’anno. Prioritaria è risultata innanzitutto la continuità assistenziale per garantire prevenzione, cura e riabilitazione psicofisica. Essenziale è il recupero della centralità della persona e dell’attenzione all’impatto psicologico del carcinoma sulla donna, con percorsi di screening periodici preventivi e post-operatori dove nulla deve essere lasciato al caso. «Per mettere in atto la riuscita di una rete senologica adeguata non bisogna trascurare il gold standard chirurgico con la creazione di équipe multidisciplinari, capaci di garantire percorsi diagnostici terapeutici completi e rispondenti a precisi standard qualitativi», sottolineano i professori Franco Di Filippo, primario di chirurgia oncologica degli Ifo-Regina Elena, Pierfrancesco Dauri, presidente di Faresanità, Vittorio Altomare del Campus Biomedico e Oreste Buonomo del Policlinico di Tor Vergata. È giunta l’ora di dar finalmente corso alle Breast Unit, così come stabilito dalla Ue che ha prescritto un’unità di senologia ogni 250mila abitanti. «I reparti dedicati alla cura del tumore alla mammella tardano ad essere una realtà, nonostante la mole di lavoro sia ampia: non meno di 5mila mammografie l’anno e almeno 150 interventi chirurgici - precisa Adriana Bonifacino, responsabile dell’Unità di Senologia dell’ospedale Sant’Andrea - Le ottime realtà di Breast Unit esistenti in Italia sono frutto di iniziative personali e non sempre coordinate con il territorio».
Da qui, l’appello alla Regione di approvare un programma senologico regionale per riunire in modo sistematico tutte le forze operative impegnate sul territorio. «Occorre mettere in campo un intervento considerevole che migliori l’approccio clinico per la cura del tumore alla mammella, privilegiando i centri di eccellenza anche per la sfera di intervento epidemiologico della patologia e al contempo serve potenziare la prevenzione primaria, risparmiando sulla spesa sociale - puntualizza il senatore Cesare Cursi, responsabile della Consulta nazionale e del Dipartimento Sanità del Pdl - Di pari passo serve l’impegno per mettere in pista un protocollo specifico per le urgenze. Ogni Asl deve essere impegnata a fornire analisi tempestive o ad occuparsi di far effettuare alla paziente l’esame richiesto in strutture convenzionate».

Si calcola che così la mortalità del cancro mammario dal 10 per cento dei casi possa arrivare quasi a zero.

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