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Ecco il «metodo Lombardia» Così l’Italia potrebbe evitare uno spreco di 11 miliardi

Esportare il modello lombardo in tutta Italia farebbe risparmiare allo Stato 11 miliardi e 131 milioni di euro l’anno. Lo stesso valore della Finanziaria 2010, che ammonta a 11 miliardi e 139 milioni. È quanto emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio sul federalismo, creato da Unioncamere e Regione Veneto, che ha calcolato che pagare i dipendenti statali presenti in Lombardia costa soltanto 792 euro per residente. Cioè meno che in qualsiasi altra regione e 226 euro sotto la media italiana, a quota 1.018. E se la seconda regione più risparmiosa, l’Emilia-Romagna, si ferma a 868 euro pro capite, seguita da Piemonte (888) e Veneto (919), al Sud l’antifona è completamente diversa. Il record negativo spetta alla Calabria, con 1.330 euro, ma non sono da meno anche Molise (1.312 euro), Puglia (1.293) e Basilicata (1.271). Il risultato finale si calcola in decine di miliardi. Se ciascuna delle 15 regioni a statuto ordinario contenesse i costi come fa la Lombardia, la spesa in Italia scenderebbe da 50 miliardi e 244 milioni a 39 miliardi e 113 milioni. Con un taglio netto delle uscite di quasi un quarto del totale (il 22,2%). Se al contrario ogni regione spendesse come la Calabria, l’esborso totale sarebbe di 65 miliardi e 629 milioni, cioè 15 miliardi e 385 milioni in più. E importare, per assurdo, il modello calabrese in Lombardia, verrebbe a costare 5 miliardi e 25 milioni.
Dalla ricerca emerge infatti che all’ombra del Pirellone i dipendenti pubblici non solo sono meno numerosi che in qualsiasi altra regione, ma che soprattutto sono pagati molto meno. In Lombardia se ne contano 44,3 ogni mille abitanti, contro i 57,7 della media nazionale. A fare peggio di tutti è la Valle d’Aosta, a quota 83,8, seguita dal Lazio (77). E nonostante il costo della vita sia più elevato in Lombardia che nella maggior parte delle altre regioni, la spesa per ogni dipendente pubblico è di 30.641 euro, contro i 32.506 della media nazionale. In Italia è pagato meno solo il personale del Molise, a quota 27.935. Il Trentino-Alto Adige distanzia la Lombardia di 8.976 euro, con 39.617 euro per lavoratore, ma superano la media anche regioni del Sud come la Sardegna, a quota 33.134, e la Puglia (32.982). L’Osservatorio ha inoltre calcolato il rapporto tra personale pubblico e popolazione in Italia, Spagna, Germania e Regno Unito. La Lombardia, con un valore del 20,3% sotto la media nazionale, è quella in assoluto con la quota più bassa dopo la Catalogna. Stessa posizione in classifica per il rapporto tra dipendenti pubblici e occupati, che è del 30,8% in meno rispetto alla media italiana, mentre in Calabria è superiore alla Lombardia dell’80,8%.
Nel corso della ricerca si sono inoltre misurati i possibili effetti dell’applicazione del federalismo tedesco e spagnolo in Italia, stimando che in Lombardia il risparmio sarebbe rispettivamente di 687 e 344 euro per abitante. La Lombardia, insieme al Veneto, sarebbe quella che taglierebbe di meno i costi (la media italiana è rispettivamente di 848 e 400 euro), perché è quella dove gli sprechi sono già ai livelli più bassi. Come osserva il capodelegazione della Lega Nord al Pirellone, Davide Boni, «il problema è che al Sud i politici infilano il maggior numero di persone nelle strutture pubbliche come risposta alla disoccupazione, senza curarsi degli effetti che questo ha sui bilanci. Gli amministratori della Lombardia al contrario sono molto più preparati e attenti a non sprecare risorse. Merito anche di chi li ha scelti, quel popolo delle partite Iva che si dà da fare e se manca il lavoro non va a chiederlo allo Stato, ma lo crea grazie al suo spirito imprenditoriale». Mentre per Luca Antonini, professore di Diritto costituzionale a Padova e presidente del Copaff, la commissione sul federalismo fiscale del ministro Tremonti, «lo scopo della riforma federalista è che tutte le regioni italiane diventino come la Lombardia. Le tasse saranno infatti più basse quanto più gli amministratori di un territorio saranno efficienti. E dunque un Bassolino non potrà più scaricare i costi della sua politica sullo Stato, ma sarà costretto a presentare il conto agli elettori.

Saranno invece premiate le regioni virtuose come la Lombardia, che favorendo la libertà di scelta dei cittadini attraverso la sussidiarietà è riuscita ad abbattere i costi».

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