Roma

Ecco tutte le declinazioni degli amori «diversi»

Al di là del valore artistico degli spettacoli in scaletta, il motivo principale per cui la rassegna «Garofano Verde» resiste nel tempo sta nella sua necessità. O meglio, nella necessità di abbracciare la tolleranza e la comprensione dell’altro a dispetto dell’intolleranza e del razzismo che sempre più serpeggiano nella nostra società. Da 17 anni quest’emblematica vetrina di teatro omosessuale, curata da Rodolfo di Giammarco e di casa al teatro Belli, spalanca con garbo e doverosa pluralità prospettica scenari umani sospesi tra maschile e femminile, accettazione e rifiuto, norma e «devianza». E da 17 anni questi scenari permettono al pubblico di avvicinarsi a sensibilità e a mondi emotivi diversi, attraverso il contributo e la professionalità di autori, attori e registi ben felici di coniugare poesia e spirito civile. Quest’anno poi il programma proposto - al via da oggi e con titoli in scena fino al 23 giugno - trova i suoi presupposti produttivi in una fruttuosa sinergia tra il Comune e la Casanova Multimedia di Luca Barbareschi, sostenitore di quella «necessità» cui si accennava sopra. E in nome della quale si mettono in gioco teatranti originali come Antonio Rezza, con un collage di estratti del suo stesso repertorio che si intitola «Doppia identità elevata al superficiale» (lavoro d’apertura, repliche fino al 5), e Luciano Melchionna, artefice di una nuova versione del fortunato Dignità autonome di prostituzione ribattezzata Piccole stanze di dignità omosessuale, dove attori e attrici sono alla mercè degli avventori/spettatori e offrono loro singoli brandelli di storie rompendo i consueti canoni rappresentativi (dal 15 al 18). Ma di risonanza sociale trasuda anche la commuovente vicenda raccontata dall’americano Michael Kearns in Off, confessione a quattro voci raccolte nel braccio della morte che Enrico Maria Lamanna rilegge in chiave di oratorio laico per Marco Casazza, Peppe Convertini, Luca De Bei, Daniela Poggi e Giovanni Lombardo Radice (il 7 e l’8). Affiora poi dalla creatività giovanile di tredici promettenti autori il puzzle di ispirazione letteraria che compone la silloge Altri amori, su disegno registico di Daniele Muratore (dall’11 al 13). Promette infine sconfinamenti e commistioni quanto mai inusuali il concert&reading Spell che vede Michele Balducci (voce) e Alessandro Fea (chitarra, piano, sitar, synth, loops) esibirsi in un intreccio di parola e musica ispirato alla Beat Generation e imbastito su testi vari, tra cui anche frammenti di Sarah Kane (il 9 giugno). Info: 06.

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