Economia e finanza

Spagna, il governo socialista abolisce i visti d'oro: "Troppa speculazione"

Il premier Sánchez annuncia la fine della misura, introdotta nel 2014 dal governo di centrodestra, che prevede il rilascio del visto per residenza a chi investe almeno mezzo milione di euro nel Paese

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La Spagna abolirà i visti d'oro. Il governo socialista guidato dal premier Pedro Sánchez ha annunciato il ritiro della misura introdotta nel 2014 dall'esecutivo di centrodestra di Mariano Rajóy nel pieno della crisi del mercato immobiliare. I "golden visas" sono dei visti per residenza concessi a investitori stranieri che investono almeno 500mila euro in un'impresa o in un immobile collocato nel Paese iberico. "Adotteremo le misure necessarie per garantire che l'alloggio sia un diritto e non solo un'attività speculativa", ha dichiarato Sánchez.

Secondo i dati forniti dal primo ministro, 94 visti su 100 vengono attualmente rilasciati a chi ha acquistato beni immobiliari a Barcellona, Madrid e nelle altre città principali. "Si tratta delle città che si trovano ad affrontare un mercato immobiliare molto stressato, in cui è quasi impossibile trovare un alloggio decente per chi ci vive e lavora e paga le tasse ogni giorno", ha aggiunto il leader del Psoe, impegnato nella campagna elettorale per le elezioni nei Paesi Baschi. Da quando è entrata in vigore questa legge, sono oltre 10mila i visti ottenuti da soggetti provenienti prevalentemente da Cina e, fino al 2022, Russia. Due anni fa, dopo l'invasione dell'Ucraina, il governo spagnolo ha vietato ai cittadini russi di richiedere i "golden visas", recependo una raccomandazione della Commissione europea che ha definito la pratica dei visti d'oro "illegale".

"I valori europei non sono in vendita", aveva commentato all'epoca il commissario europeo alla giustizia Didier Reynders. "Riteniamo – ha detto – che la vendita della cittadinanza attraverso i visti d'oro sia illegale ai sensi del diritto dell'Ue e rappresenti un grave rischio per la nostra sicurezza. Apre la porta alla corruzione, al riciclaggio di denaro e all'evasione fiscale. Tutti gli Stati membri interessati dovrebbero porre fine immediatamente ai loro programmi di cittadinanza degli investitori".

La Spagna però ha tratto benefici immediati dall'applicazione di tali "passaporti facili". Dopo lo scoppio della bolla edilizia e la crisi economica dei primi anni Dieci, il governo di Madrid ha voluto incentivare l'acquisto di debito pubblico dall'estero, premiando aziende e investitori stranieri intenzionati da un lato a farsi carico di una parte dell'indebitamento dello Stato e dall'altro a risolvere l'annoso problema delle case sfitte. Il provvedimento ha, almeno nel breve termine, funzionato. Fatti salvi i primi due anni di pandemia, i prezzi degli immobili sono cresciuti, così come le compravendite (600mila l'anno precedente).

Oggi però il mattone iberico sta risentendo della congiuntura economica che sta attraversando l'Europa intera, segnata dall'inflazione.

Tuttavia, nei prossimi mesi è attesa un'inversione di tendenza della Bce, che cambierà la propria politica monetaria dopo dieci rialzi di fila dei tassi di interesse.

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