Economia

Le 5 regole della ricchezza

Le 5 regole della ricchezza

Irimedi più efficaci sono quelli più semplici, anche nel risparmio, dove, invece, inseguendo chimere, scommettendo sui mercati e sui titoli ci allontaniamo dalla strada maestra. Ci ho pensato leggendo un vecchio libro che racconta l'economia come se fosse una favola: «L'uomo più ricco di Babilonia». Il libro enuncia cinque semplici regole per incrementare la propria ricchezza. La Prima: «La ricchezza arriva facilmente e in modo crescente a chiunque metta da parte non meno di un decimo dei suoi guadagni per creare un capitale per il suo futuro è per quello della sua famiglia». Banale? Forse, ma noi lo facciamo? Ci è chiaro quanto abbiamo bisogno di accantonare e perché? La seconda Regola: «L'oro lavora diligentemente per il saggio padrone che le impiega in modo proficuo, moltiplicandosi così come le greggi al pascolo». E cioè. Risparmiare non basta. Bisogna investire. Oggi tale regola assume ancor più rilievo: lasciare i soldi in conto corrente non permette al capitale di moltiplicarsi come necessario.

La Terza Regola: «L'oro è sotto la protezione del padrone previdente, che lo investe affidandosi al consiglio di uomini saggi nell'amministrarlo». Il valore della consulenza è tutto qui. Da soli non è possibile affrontare i mercati finanziari, si rischia di perdere ciò che con sacrificio si è messo da parte. Quindi la Quarta Regola: «L'oro fugge dall'uomo che lo investe in imprese che non gli sono familiari o che non sono approvate da coloro che sono abili nel suo mantenimento». Poi l'ultima regola, sulle false chimere: «L'oro abbandona l'uomo che lo vuole forzare a guadagni impossibili, che segue i consigli allettanti dei truffatori, o che si fida della propria inesperienza e dei suoi vani desideri di investimento». Cinque regole, semplicissime, che ci arricchirebbero se le seguissimo davvero. Di questo si parlerà nella trasmissione Mercati Che Fare in onda, domani, sabato, alle 16.30 su TgCom24 di Mediaset.

leopoldo.

gasbarro@me.com

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