Economia

Il 730 precompilato è un flop: a rischio la detrazione fiscale

Il 730 precompilato, senza input esterni, non riesce a distinguere le spese pagate in contanti da quelle coperte con metodi tracciabili. Le grane per i contribuenti

Il 730 precompilato è un flop: a rischio la detrazione fiscale

Il nuovo 730 precompilato corre il rischio di essere un clamoroso buco nell'acqua dal momento che non è in grado di fare una chiara distinzione tra le cosiddette spese cash e quelle tracciabili come carte, bancomat e bonifici.

Ed è un bel problema, considerando che i contribuenti sono obbligati a pagare gli oneri detraibili tramite mezzi tracciati se non vogliono perdere la possibilità di richiedere la classica detrazione fiscale.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Italia Oggi, il citato 730 precompilato, senza input esterni, non riesce a distinguere le spese pagate in contanti e quelle pagate invece ricorrendo a uno dei metodi elettronici. Qual è il rischio? Che il 730 relativo al 2020 possa trasformarsi in un adempimento fiscale a carico di imprese e professioni.

Per capire meglio la situazione vale la pena partire dal principio. La legge di Bilancio 2020 parla chiaro: stando all'articolo 1, commi 679 e 680 della legge 160/2019, a partire dal primo gennaio 2020, la detrazione dell'imposta lorda del 19% degli oneri scatta solo e soltanto a patto che la spesa sia stata coperta con un sistema di pagamento tracciabile (versamento bancario, postale e così via).

Sono esclusi dall'applicazione della norma i medicinali, i dispositivi medici, le prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o private ma convenzionate con il Servizio sanitario nazionale. In questi casi è quindi possibile continuare a pagare in contanti e ottenere la tradizionale detrazione del 19%.

L'articolo 23 del dl 241 del 1997 ci aiuta a definire quali sono gli strumenti tracciati. Troviamo i versamenti bancari o postali, quelli avvenuti mediante carte di debito o prepagate, gli assegni bancari e le circolari.

Rischi e soluzioni

Il 730 precompilato è costituito grazie a 13 adempimenti a carico di imprese, intermediari e professionisti che comunicano all'Agenzia delle Entrate gli imposti delle tax expenditures che i vari contribuenti ritroveranno in un secondo momento nel documento.

E così, dalle spese sanitarie alle comunicazioni universitarie, dai premi assicurativi alle quote di previdenza, il 730 precompilato può esistere solo grazie a innumerevoli input esterni, recepiti dalla stessa Agenzia delle Entrate e reindirizzati nelle caselle del modello.

Non essendo l'Agenzia in grado di conoscere la modalità di pagamento delle varie spese, il rischio è che i dati indicati nel documento possano non rispettare i requisiti richiesti per la detraibilità perché non pagati con mezzi tracciati. In altre parole, c'è la possibilità di non ottenere alcun bonus per colpa di una falla del sistema relativa al 730 precompilato, incapace di distinguere pagamenti cash da quelli elettronici.

L'unica soluzione sembra essere l'implementazione dell'adempimento esistente. Le comunicazioni inviate alle autorità fiscali dovranno essere integrate con il dettaglio del pagamento.

Ecco che università, medici, imprese e asili nido dovranno certificare la modalità di pagamento utilizzata dal contribuente.

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