Politica economica

Abi vara il "taglia rate" contro il caro-mutui. Ora il nodo contratto

L'Associazione bancaria: "Allungamento dei prestiti e rinegoziazione senza nuovi costi"

Abi vara il "taglia rate" contro il caro-mutui. Ora il nodo contratto

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Arrivano gli strumenti per rendere un po' meno salate le rate dei mutui a tasso variabile. A vararli è stata l'Abi, l'associazione delle banche italiane, che ha quindi ascoltato l'appello del ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e del governo che avevano chiesto un aiuto per andare incontro alle famiglie. Nella circolare dell'associazione presieduta da Antonio Patuelli (in foto) ai vertici degli istituti si specifica che le nuove misure saranno realizzate «su richiesta e d'intesa» con i mutuatari «senza nuovi oneri».

Nella cassetta degli attrezzi a disposizione delle banche ci sarà l'allungamento del piano di ammortamento dei finanziamenti per l'acquisto della prima casa; l'ampliamento della platea dei beneficiari della rinegoziazione dei contratti di mutuo ipotecario da variabile a fisso, introdotta dalle legge di Bilancio 2023 (ad esempio, ammettendo alla misura anche soggetti con reddito Isee o con mutui di importo più elevato rispetto a quanto previsto dalla legge che li fissa rispettivamente a 35mila euro e 200mila euro). Inoltre, gli istituti dovranno informare i clienti della possibilità di ricorrere al Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa (cosiddetto «Fondo Gasparrini»), al fine di sospendere - in caso di perdita di lavoro o disoccupazione ad esempio - il pagamento delle rate del finanziamento. A queste vanno aggiunte la possibilità di trasferire senza spese e costi il proprio mutuo ipotecario presso un'altra banca, modificandone le relative condizioni contrattuali, trasformando il mutuo da tasso variabile a fisso. Misura ricordata anche nel recente memorandum Abi dello scorso 9 luglio.

Intanto, ieri è stata una giornata importante perché è entrata nel vivo la trattativa per il rinnovo dei 264mila lavoratori del comparto bancario con la presentazione della piattaforma dei sindacati all'Abi nel primo incontro formale. Al tavolo di Palazzo Altieri, a Roma, i segretari generali di Fabi, First Cils, Uilca, Fisac Cgile Unisin hanno illustrato i punti della proposta, votata a larghissima maggioranza dalle assemblee dei lavoratori. Di fronte agli aumenti inflattivi, i sindacati chiedono un aumento di 435 euro oltre a diverse misure sull'orario di lavoro, il lavoro da remoto e le politiche commerciali.

I sindacati hanno battuto il tasto sui forti utili realizzati dalle banche, realizzati anche grazie allo sforzo dei lavoratori che si trovano di fronte agli aumenti dell'inflazione per chiedere l'accettazione della proposta economica oltre a diverse misure sull'orario di lavoro, il lavoro da remoto e le politiche commerciali. In particolare il segretario della Fabi Lando Maria Sileoni, ha sottolineato che è «arrivata l'ora di ripagare anche i lavoratori dei sacrifici e degli sforzi che hanno consentito» al settore bancario «utili così elevati». Infatti, i profitti del settore «dopo la perdita complessiva di 2,5 miliardi nel 2012, si sono attestati a 3,7 miliardi nel 2015, 15,7 miliardi nel 2019, 25 miliardi nel 2022; in 10 anni +1.000 per cento. Rispetto alla crescita dei profitti i costi del personale sono saliti molto meno: in dieci anni solo +17%», ha rilevato il leder del primo sindacato del settore.

Intanto, secondo indiscrezioni la Banca centrale europea starebbe per rafforzare i controlli sulla liquidità degli istituti bancari, che si troveranno a dover comunicare i dati settimanalmente.

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