Economia

Agcom, giù il canone alle tv ma il presidente vota contro

La Rai pagherà 13 milioni invece dei 30 attuali sconto anche per Mediaset. Cardani contrario

Agcom, giù il canone alle tv ma il presidente vota contro

Alla fine lo sconto sul canone per le frequenze tv per Mediaset ma, soprattutto per la Rai, è arrivato. Secondo la delibera approvata ieri dall'Agcom a maggioranza, a votare contro il presidente Antonio Cardani, le due maggiori società televisive con Raiway e Elettronica Industriale, pagheranno ciascuna 13 milioni da quest'anno per l'uso dei 5 multiplex che hanno in concessione per la durata di 18 anni.

Con l'attuale sistema, che si calcolava con una aliquota dell'1% sul fatturato editoriale delle aziende e non per il numero di frequenze utilizzato, le due società versavano per il canone delle frequenze tv circa 50 milioni l'anno: 20 Mediaset e ben 30 la Rai. Il problema è che per la base di valorizzazione dei multiplex è stata calcolata sulla cifra pagata da Urbano Cairo per le frequenze che si è recentemente aggiudicato. Un'asta non certamente brillante per le casse dello stato, che ha fruttato solo 30 milioni. Ovvio dunque che per il «noleggio» annuale basato su quel parametro non si potesse chiedere molto. Il sistema è stato è stato modificato a causa del passaggio dal sistema analogico al digitale che ha convertito il decreto legge «Semplifica Italia» il quale ha stabilito che a pagare il canone per le frequenze siano gli operatori di rete, mentre prima pagavano le società televisive sulla base dei fatturati. Naturalmente sia Ei Towers che Raiway, la cui quotazione avverrà a breve, trasferiranno i suddetti costi sugli operatori televisivi. Nel provvedimento dell'Agcom, che non mancherà di essere contestato, si ipotizza comunque anche un «glide path» ovvero un percorso di riduzione del canone per quei soggetti che sono considerati «nuovi entranti».

Come a dire che lo Stato potrà scalare la somma dovuta nei 18 anni di durata della concessione garantendo un trattamento agevolato, se lo riterrà, rispetto a soggetti considerati «incumbent» come Rai e Mediaset. Lo scorso 6 agosto l'Autorità per le comunicazioni aveva esaminato i nuovi criteri per il canone annuale delle frequenze ma aveva deciso di non procedere all'approvazione della delibera, sospendendo di fatto la decisione. Ieri però l'Agcom, anche se divisa al suo interno, ha deciso comunque. Il Governo potrà però cambiare i parametri con cui il nuovo canone sulle frequenze tv sarà calcolato.

Lo strumento potrebbe essere il decreto sulle materie televisive (incluso il canone di abbonamento alla Rai) che l'esecutivo potrebbe varare per la metà di ottobre.

 

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