Economia

«Alitalia, 100 milioni di utili nel 2017»

Cassano: «Ancora difficoltà». Hogan: «Serve un cambiamento». Nuove rotte a lungo raggio e marchio «made in Italy»

«Alitalia, 100 milioni di utili nel 2017»

Roma Utile in due anni, poi, in tempi brevi, nuove rotte, sviluppo del network, una nuova mission aziendale orientata al cliente e un nuovo marchio. L'Alitalia targata Etihad nata il primo gennaio ora deve volare con le proprie forze. La compagnia «è un'azienda che deve creare valore, ricchezza, non deve più essere dipendente da banche o da altri sostegni. Vogliamo portare l'azienda in utile nel 2017», ha annunciato il presidente Luca di Montezemolo ieri alla presentazione del piano strategico, tenuto dall'indomani del primo consiglio di amministrazione della Sai.

L'amministratore delegato della nuova società Silvano Cassano ha quantificato l'obiettivo. «Il nostro impegno è di arrivare a un utile intorno ai 100 milioni nel 2017». Ma bisogna tenere presente che «Alitalia ha ancora grosse difficoltà operative, che vogliamo risolvere con grande e velocità e pragmatismo». Difficile fare previsioni. «Non è possibile fare promesse», soprattutto sul riassorbimento degli ex dipendenti della compagnia di bandiera.

«Faremo tutto il possibile, ma sia chiaro che la priorità per Alitalia è quella di avere successo», ha rimarcato il ceo di Etihad, James Hogan. «Abbiamo fatto un investimento commerciale che deve avere un ritorno commerciale. Su questo non devono esserci dubbi».

Il ritorno alla redditività passa attraverso un piano che sembra molto una rinuncia a qualunque tentazione di fare un'altra low cost e punta, semmai, a fare tornare Alitalia «un vettore premium, riconosciuto a livello globale», per usare le parole di Montezemolo. «La nostra priorità è quella di mettere il cliente al centro», ha spiegato. Un obiettivo reale, che comprende, afferma l'azienda, «una nuova Customer Excellence Training Academy la quale formerà tutto il personale a contatto con i clienti, mentre i clienti potranno sperimentare la tradizionale ospitalità italiana, nuove opzioni relative al servizio ristoro e un nuovo look per le lounge di Roma, Milano Malpensa e Milano Linate».

I tre scali sono gli hub sui quali si baserà la nuova Alitalia. A Malpensa saranno incrementati i servizi di lungo raggio, mentre da Linate aumenteranno i collegamenti verso gli scali delle compagnie partner. Anche Fiumicino sarà destinata all'offerta di lungo raggio che crescerà, come i voli a corto e medio raggio. Nuove rotte da Roma per Pechino e Seoul dal 2015, poi dal 2016 Mexico city e Santiago, e San Francisco dal 2018. Da subito più voli per New York, San Francisco, Rio de Janeiro e Abu Dhabi. La nuova Alitalia punterà sul Nord con Malpensa, aumentando il lungo raggio da 11 a 25 voli settimanali, verso Tokio, Shanghai e Abu Dhabi. In generale, ci saranno più collegamenti con l'hub di Etihad ad Abu Dhabi, con voli quotidiani da Venezia, Milano, Bologna e Catania, così come voli aggiuntivi da Roma che permetteranno prosecuzioni verso il Medio Oriente, l'Africa, il subcontinente indiano, il Sud Est asiatico, la Cina e l'Australia.

Nel piano ci sono alcune novità sulla flotta, come il trasferimento di 14 Airbus A320 ad Airberlin e l'acquisto di nuovi aerei con Etihad per il lungo raggio. Poi un nuovo marchio. Una riforma dell'identità visiva che comprende nuove uniformi e nuovi punti di contatto con la clientela. Il nome rimarrà invariato, mentre il nuovo marchio «cercherà di catturare e interpretare l'essenza dell'Italia».

«Questa è l'ultima possibilità di salvare l'Alitalia», ha puntualizzato Hogan. «Oggi l'Alitalia va molto male: è stata gestita finora come una società pubblica.

Serve un cambiamento radicale per abbassare i costi e aumentare la produttività».

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