Economia

Alitalia, 15 offerte entrano in "finale"

Ci sono Etihad, Ryanair, Easyjet, Delta e Lufthansa. Verdetto 15 luglio

Alitalia, 15 offerte entrano in "finale"

Sono quindici le offerte, sulle 33 fin qui presentate, che avranno accesso al data room di Alitalia e avranno tempo fino a metà luglio per definire le proposte. Sono queste le prime indicazioni che provengono da fonti finanziarie.

L'esito del primo round, a cui hanno partecipato tutte le principali compagnie aeree internazionali sia low cost che di linea, dovrebbe essere comunicato a breve, anche se, per la definizione dell'intera operazione occorrerà, presumibilmente, aspettare l'autunno. Tra gli ammessi, a quanto risulta, ci saranno Ethiad (socio al 49% della compagnia di bandiera), Ryanair, Easyjet, Delta e Lufthansa oltre a società attive nell'ambito dell'handling, ovvero dei servizi a terra. Solo dopo l'accesso al data room sarà possibile, per le società interessate all'ex compagnia di bandiera, formulare un'offerta adeguata. L'obiettivo di Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari, i commissari straordinari che stanno traghettando l'impresa in questo delicato passaggio, è quello di arrivare a una cessione in blocco della compagnia aerea tricolore, evitando lo spezzatino da più parti ipotizzato. Solo con la concretizzazione delle manifestazioni di interesse definitive tuttavia, una volta ultimato l'esame della data room, si potrà tuttavia verificare se compagnie aeree come Easyjet o Ryanair siano interessate alla compagnia di bandiera o alle sue singole attività: dalle flotte, agli aerei, al personale di volo. In attesa che si arrivi alla definizione dell'accordo, Gubitosi ha già annunciato per l'autunno un nuovo piano strategico, sostenendo di voler spingere sul lungo raggio e dell'e-commerce. A disposizione della compagnia aerea, che come ribadito dal manager, per non essere retrocessa in serie B, ci sono ancora più di 600 milioni di liquidità grazie a cui intervenire.

Lo stesso Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia, ha ammesso pochi giorni fa che la situazione oggi è «un po' meno drammatica di quanto non fosse qualche mese fa».

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