Economia

Alitalia cede all'Alta velocità Stop al Malpensa-Fiumicino

La compagnia aerea taglia le rotte non più profittevoli Pronto il blocco degli aumenti ai dipendenti per 2 mesi

Paolo Stefanato

L'erosione di traffico aereo tra Milano e Roma è giunta a un epilogo: dall'1 febbraio Alitalia chiuderà il Malpensa-Fiumicino, l'ultimo collegamento di breve e medio raggio che ancora lega l'ex compagnia di bandiera a quello che, vent'anni fa, era nato per essere il suo hub. Di Alitalia a Malpensa restano ormai solo tre voli di lungo raggio, Tokio, New York e Abu Dhabi, tutti e tre redditizi o almeno in equilibrio economico. Nient'altro.

Sembra archeologia pensare al 2007, l'anno dell'abbandono di Malpensa da parte di Alitalia come scalo di connessione, decisione che fece perdere improvvisamente all'aeroporto i 7 milioni di passeggeri in transito verso destinazioni lontane. Nel 2016 sugli aerei Alitalia tra Malpensa e Roma hanno viaggiato 292mila passeggeri, quando nel 2007 erano 771mila.

La decisione appresa ieri fa parte delle misure contenute nel piano industriale dell'ad Cramer Ball. Uno dei punti fermi è, appunto, la chiusura delle rotte in perdita. La Malpensa-Fiumicino, tre coppie di voli al giorno operati dalla sussidiaria Cityliner, ormai perdeva 6 milioni all'anno. Anche EasyJet, la compagnia low-cost britannica basata sul terminal 2 e primo cliente di Malpensa, cancellerà dal 27 marzo il proprio volo giornaliero per Roma. La tratta, evidentemente, non è più redditizia per nessuno. Tra le altre chiusure di Alitalia vi sono Istanbul e Skopie da Roma e il Torino-Tirana.

Resiste, a Milano, il collegamento da Linate verso la Capitale, con 20 coppie di voli nei giorni feriali. Ma anche qui si vede il segno inesorabile del declino: nel 2007 i passeggeri erano 2,5 milioni, nel 2016 sono stati 1,173 milioni, meno della metà. Quella che un tempo era una delle tratte più redditizie del mondo, che sosteneva dal punto di vista economico una compagnia che ha sempre avuto problemi di bilancio, è stata quasi annientata dalla concorrenza del treno, che grazie all'Alta velocità è in grado di offrire un servizio efficiente e di qualità. Nel 2009 Alitalia cercò invano di rilanciare la «navetta» tra le due città, chiamandola addirittura Frecciaverde (ma fu diffidata dalle Fs); investì molto e ricavò poco.

Frattanto, l'Alitalia si accingerebbe ad annunciare il blocco degli automatismi retributivi per un periodo di due mesi pur non avendo raggiunto un accordo con i sindacati. Questi denunciano l'irregolarità di tale comportamento unilaterale; il provvedimento riguarda 3.800 dipendenti, con una riduzione dei costi stimata 4-5 milioni.

Il piano industriale sarà presentato il 10 gennaio; qui saranno quantificati gli esuberi e a quel punto i sindacati annunceranno le proprie forme di protesta.

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