Economia

Alitalia, l'8 agosto il giorno decisivo Ma le tensioni restano

Lupi: «Venerdì la firma del contratto con Etihad». Ma restano ostacoli e dopo il caso Poste anche altri soci cercano vantaggi

È l'8 agosto la prossima scadenza conclusiva dell'accordo Alitalia-Etihad, rinviata dal precedente 31 luglio; così almeno sperano tutti quelli che sono coinvolti, a vario titolo, nella vicenda. Il cda di ieri ha deciso di convocare per venerdì prossimo l'assemblea che dovrà deliberare il nuovo aumento di capitale da 50 milioni, dopo quello da 250 deciso solo una settimana fa. Il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha anche annunciato che lo stesso giorno, l'8, sarà firmato il contratto tra le due compagnie.

Per il momento, tuttavia, l'ad Gabriele Del Torchio ha detto chiaramente che ci sono «ancora diversi punti da risolvere». Visto che il tormentone-Alitalia è sempre ricco di colpi di scena, ci si chiede se, da qui alla prossima settimana, ci potranno essere ancora delle sorprese. L'ultimo scambio di lettere Del Torchio-Hogan è stato «positivo» per Del Torchio; ma gli aggiustamenti sono in corso. Il numero uno di Etihad ha espresso perplessità sulla struttura dell'operazione, che con la midco si complica ulteriormente; ha chiesto inoltre chiarimenti su debiti, crediti e liquidità sufficiente per il periodo che precederà il closing. Da parte italiana i 50 milioni in più di aumento rappresentano uno sforzo nella direzione desiderata dal futuro socio, al quale è stato anche precisato che quel che riguarda le alchimie nell'azionariato della vecchia Alitalia, è questione nazionale. Che Hogan non si preoccupi; la posizione italiana, come lui chiede, sarà alla fine univoca.

Dopo il braccio di ferro Poste-banche, vinto dalle prime, un altro fronte di malumore è stato aperto da Atlantia (gruppo Benetton, 7,44% del capitale Az) che interpreta l'ingresso delle Poste nella midco , snobbando la oldco , come un fastidioso privilegio. Atlantia (che intanto ha svalutato la partecipazione in Alitalia di 45 milioni) è comunque uno dei soggetti che dall'operazione Etihad dovrebbe trarre più vantaggio, a cominciare dal fatto che la «fase due» si focalizzerà sull'ingresso di Abu Dhabi nel capitale di Adr, la società che gestisce Fiumicino e Ciampino, controllata appunto di Atlantia. Lo stesso gruppo Benetton, poi, ha interessi vivaci nel campo aeroportuale attraverso Autogrill e, soprattutto, Wold duty free; l'operazione Etihad non potrà che dischiudere nuove opportunità.

Anche le Poste, peraltro, guardano alla vicenda Alitalia con orizzonti ampi, se è vero, come si ipotizza, che al momento della privatizzazione potranno essere accolti come soci uno o più fondi sovrani degli Emirati. Per ora Francesco Caio investe altri 70 milioni nell'operazione Alitalia sotto forma di finanziamento convertibile in azioni della midco , una volta che questa sarà costituita.

L'assemblea di venerdì varerà anche l'operazione sul capitale conseguente alla cancellazione del debito da parte delle banche. L'azionariato è destinato a modificarsi sensibilmente, con la diluizione delle Poste, l'incremento di Intesa e Unicredit e l'ingresso di Mps e Popolare Sondrio. Immsi, Atlantia e Pirelli dovrebbero far fronte al loro impegno pro quota, più difficilmente lo faranno i piccoli, mentre Air France ha già detto di no.

Queste incertezze hanno indotto a prevedere la formula dell'aumento di capitale «fino a» 300 milioni, che potrebbe anche non essere sottoscritto interamente.

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