Alitalia sta attraversando il momento peggiore della sua storia recente. Si avvia a presentare un bilancio 2012 con una perdita netta di circa 190 milioni, è alle prese con le polemiche provocate dall'incidente di Fiumicino e dagli accordi con Carpatair, deve far fronte alla nuova concorrenza di EasyJet sulla Linate-Fiumicino. Ma soprattutto deve far fronte alle esigenze di casse ormai vuote. Gli azionisti, soprattutto quelli più piccoli, sono nervosi - non era questa, dopo quattro anni, l'Alitalia che era stata loro prospettata - e dovranno mettere mano al portafogli. Ne farà le spese l'ad Andrea Ragnetti, in uscita dopo meno di un anno. Alitalia, detto per inciso, non ha mai portato fortuna ai suoi manager, se non, forse, negli zeri della liquidazione.
Già nel cda di domani - o in quello del 25 - potrà esserci una redistribuzione delle deleghe di Ragnetti; e sarà varato il finanziamento richiesto ai soci. Partiamo da qui: all'inizio si era parlato di 150-200 milioni, ora pare assodato che si tratterà di 150. Si riconosce l'urgenza, ma mettendoci il meno possibile. Come se ci fosse il retropensiero di una scadenza breve; qualcuno ha già cominciato a chiamarlo prestito-ponte; dove «ponte» richiama un mutamento d'assetto. Quanto a Ragnetti, starebbe trattando l'assegno di addio; gli vengono attribuiti molti errori, sicuramente più di quanti egli abbia commesso. Le sue deleghe sarebbero redistribuite al vertice, senza la nomina formale di un ad. La gestione sarà attribuita comunque al vicepresidente vicario Elio Catania, sempre affiancato dal presidente Colaninno. Anche qui, come nel prestito, si rileva una certa provvisorietà: un assetto gestionale spurio in attesa di un nuovo capo-azienda, da cercare dentro e fuori la compagnia in tempi sconosciuti. Sullo sfondo c'è sempre Air France, che oggi più che mai è in conflitto. Da un lato è il maggior azionista (25%) e il primo partner di una compagnia in forte crisi, che non può permettersi di mollare: quindi sborserà la sua quota di finanziamento. Dall'altro è anche il candidato più naturale (se non l'unico) a comperare Alitalia.
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