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All'Ilva tutto da rifare per il percorso green

Danieli vince il ricorso, annullato l'appalto da un 1 miliardo a Wurth per il preridotto di ferro

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Tutto da rifare e tempi più lunghi per la decarbonizzazione dell'ex Ilva. Danieli ha vinto il ricorso al Tar di Lecce che ha così annullato l'assegnazione della commessa da 1 miliardo di euro a Paul Wurth. L'azienda tedesca avrebbe dovuto avviare a Taranto - su appalto della società Dri d'Italia (100% Invitalia, già socia di Acciaierie d'Italia, il gruppo proprietario dell'ex Ilva prima del commissariamento) - la realizzazione degli impianti per la produzione all'ex Ilva di Taranto del cosiddetto «preridotto»: il Dri (Direct Reduced Iron) è un modo alternativo di produrre ferro, a servizio dell'industria dell'acciaio, attraverso forni elettrici.

Un passaggio fondamentale per un futuro decarbonizzato dello stabilimento di Taranto e per il quale il governo aveva impegnato i fondi del Pnnr. Il Tar ha in sostanza deciso che «l'offerta presentata da Paul Wurth non è conforme a quanto richiesto dalla stessa stazione appaltante» rilevando che le disposizioni di gara richiedevano agli offerenti un'offerta di tipo «EPC»( di Ingegneria, progettazione e realizzazione) chiavi in mano e che, al contrario, Paul Wurth ha presentato un'offerta di tipo «EP», senza la terza fase relativa alla costruzione degli impianti stessi.

Intanto a Genova, la Fiom Cgil ha denunciato ieri l'immobilismo che grava sugli stabilimenti dalla Puglia alla Liguria. Centrale, soprattutto a Genova, il tema delle manutenzioni e della sicurezza degli impianti: «Chiediamo che si apra rapidamente il confronto anche al ministero del Lavoro» hanno detto i sindacati.

Il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci ha poi spronato i commissari a condividere i nuovi piani poiché «gli enti locali possono mettere a disposizione le risorse della programmazione europea 2021-27, ma servono coraggio e chiarezza».

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