Economia

Anche il Fisco va in vacanza: ad agosto scatta la moratoria

Il viceministro all'Economia: "Trenta giorni in più per gli avvisi fiscali consegnati ad agosto"

Anche il Fisco va in vacanza: ad agosto scatta la moratoria

Anche il Fisco va in vacanza: è infatti in arrivo una moratoria di un mese per gli avvisi fiscali consegnati ad agosto, quando cioè la maggior parte degli italiani è in ferie.

Ad annunciarlo è il viceministro dell’Economia, Luigi Casero, che ha sottolineato come la novità sia inserita in un pacchetto di semplificazioni fiscali che il governo sta mettendo a punto: "Se ad esempio l’avviso viene consegnato il 5 agosto, mentre si è in vacanza, si avranno 4 settimane in più per rispondere", ha detto, "I termini scatteranno cioè il 5 settembre".

Un modo, spiega all'Ansa Casero, per snellire i procedimenti, rendendoli più semplici e soprattutto più rapidi, con l’obiettivo "di dedicare al fisco meno tempo possibile". In quest’ottica sarà resa più facile e automatica anche la compilazione dei moduli, che riempiti una prima volta, resteranno poi a disposizione del contribuente già precompilati in alcune informazioni chiave: "Verranno abolite tutte le comunicazioni da inviare all’Agenzia delle Entrate i cui dati sono già in possesso dell’Agenzia", aggiunge il viceministro, "D’ora in poi andranno comunicate solo le variazioni. Se per gli affitti si è scelto di aderire al regime forfettario, oggi la scelta va comunicata ogni anno. Con le semplificazioni, andrà comunicata una sola volta". Tra le misure anche la possibilità di ripresentare il modello F24 cartaceo in banca per i non titolari di partite Iva e l’invio solo via Pec delle comunicazioni fiscali alle aziende.

Il nuovo pacchetto di semplificazioni fiscali sarà "rigorosamente a costo zero" assiucra Casero, secondo cui dovrebbe arrivare entro fine maggio. Una delle ipotesi sarebbe quella di inserirlo nel nuovo decreto Finanza per la crescita 2.0, tuttavia la via più semplice sembra quella di apportare un "correttivo" alla delega fiscale.

Se questa fosse la strada prescelta, basterebbe un decreto legislativo di modifica, da sottoporre alle competenti Commissioni parlamentari.

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