Economia

Anche il Patek Philippe pronto a cambiare polso

Compravendita da 9 miliardi, occhi puntati su Richemont e Swatch. Le altre partite aperte

Anche gli orologi cambiano di polso. Patek Philippe potrebbe quanto prima dire addio alla famiglia Stern che da oltre un secolo detiene la proprietà del brand fondato nel 1839 nel Cantone di Ginevra. A sostenerlo è uno studio di Berenberg, che ha citato indiscrezioni riaccesesi una settimana fa al salone di Ginevra dedicato al settore. Di ufficiale non c'è nulla, almeno per ora, ma l'orologeria è un ambito ricco, dominato da pochi colossi e con ancora meno brand indipendenti di alta gamma. Le voci di nozze tra i signori delle lancette si sono così intensificate e potrebbero diventare fiumi di liquidità sull'industria.

Le valutazioni dei marchi di orologi di lusso sono infatti alle stelle, nonostante la rivoluzione in corso nelle vendite al dettaglio, l'ingresso degli smartwatch e il declino complessivo dell'export di orologi svizzeri (-7% nel 2018). A giudizio di Berenberg, Patek Philippe vale 7-9 miliardi di euro, ovvero tra le 5,3 e le 6,9 volte il fatturato (1,5 miliardi di franchi circa, pari a 1,3 miliardi di euro). Non certo un prezzo da saldo per la società presieduta da Thierry Stern che costruisce il «Calatrava».

A mettere nel mirino il brand ancora indipendente si ipotizza che possano essere o i due conglomerati che, da soli, producono oltre la metà degli orologi svizzeri: Swatch (a cui fanno capo, tra l'altro, i marchi Omega e Breguet) e Richemont (che ha in portafoglio anche Cartier, Baume & Mercier, Iwc e Officine Panerai) o i due colossi del lusso mondiale: Kering (che vanta marchi come Boucheron e Girard-Perregaux) e Lvmh (che, tra l'altro, ha i brand Zenith e Tag Heuer).

La stampa internazionale di settore, peraltro, riporta anche un'altra indiscrezione sempre proveniente dal salone di Ginevra: il matrimonio tra Patek Philippe e il vicino di casa Rolex, altro iconico brand negli orologi di lusso a tutt'oggi nelle mani un trust famigliare e con un giro d'affari intorno ai 5,2 miliardi di franchi (5,9 miliardi euro).

Sotto osservazione anche Breitling: il produttore di orologi di alta gamma era stato acquisito due anni fa da Cvc Capital Partners che potrebbe decidere di intraprendere la porta di uscita, come d'uso per i fondi di investimento, una volta raggiunto i propri obiettivi. Tra i brand di alta gamma ancora in mano a singole famiglie di imprenditori (spesso le stesse del fondatore) e che, quindi, potrebbero prima o poi finire nel mirino di potenziali acquirenti ci sono anche Audemars Piguet, fondato da Jules Louis Audemars nel 1875; Chopard che affonda le proprie origine al 1860; la francese Chanel; H. Mosier & Cie, il più recente Christophe Claret.

Commenti