Economia

Apple da record, in Borsa ha fatto il vuoto

I conti pubblici degli Usa tremano per il fiscal cliff ma i colossi di Wall Street, le cosiddette big corporations, non arrestano la loro corsa. Anzi, riconquistano il podio delle prime 100 società al mondo con la maggior capitalizzazione di Borsa battendo il dragone cinese che, negli ultimi anni, le aveva surclassate a sorpresa.
Lo dimostrano i risultati della classifica stilata da Ernst&Young e diffusa ieri dalla sede svizzera del gruppo di consulenza. In testa si piazzano la Apple (nella foto, l'ad Tim Cook) e il gigante energetico Exxon, rispettivamente con 485 miliardi di dollari (108 in più rispetto a un anno fa) e 396 miliardi (-10). Numeri impressionanti considerando che l'attuale capitalizzazione di Borsa Italiana è di 364,1 miliardi di euro.
A ruota, poi, le aziende cinesi Petrochina (262 miliardi), China Mobile e Industrial and Commercial Bank of China (entrambi 234 miliardi). Poi tornano altri campioni di Wall Street: sesta per capitalizzazione è Google (232 miliardi), seguita da Walmart (228), ottava Microsoft (227), nona è Shell (223). Chiude la top-ten stilata da E&Y la Berkshire Hathaway (221 miliardi), holding che fa capo a Warren Buffett. Nei primi dieci posti l'Europa è rappresentata solo con Royal Dutch Shell. Complessivamente 39 società su 100 sono Usa, 10 inglesi e altrettanti cinesi o con sede a Hong Kong. Nei primi 30 posti spuntano anche tre gruppi svizzeri (Nestlé, Roche e Novartis), e nel ranking sono ben piazzati come quantità di società anche Francia e Germania. I settori più rappresentati sono l'industria alimentare e quella farmaceutica. Si segnala, però, una ripresa del ramo finanziario. La nota non cita big italiane, ma nella top 100 dovrebbe comunque essersi piazzata anche Eni.

L'acciaccata America che sta facendo i conti con il fiscal cliff può dunque contare su alcuni scudi d'eccezione: le potentissime multinazionali come Apple, Exxon o Google, Stati nello Stato, blue chips miliardarie che, grazie alla delocalizzazione e al loro business globale, possono continuare a valere più del Pil di singoli Paesi.

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