Economia

Apple da sola vale più di Piazza Affari. Superati i 600 miliardi di capitalizzazione

Con l'Iphone7 il gruppo di Cupertino sorpassa Google e domina la top ten

Apple da sola vale più di Piazza Affari. Superati i 600 miliardi di capitalizzazione

Il boom degli iPhone7 Plus, presentati lo scorso 7 settembre e già esauriti in prevendita, ha messo le ali ad Apple e ne ha spinto la capitalizzazione sopra i 600 miliardi di dollari.

Ieri il colosso hi tech guidato da Tim Cook a Wall Street valeva 635 miliardi, una cifra da brivido se si considera che la gran parte dei Paesi al mondo (compresi tra l'altro Austria, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Paesi Bassi e Norvegia), presenta, secondo i dati riportati dal Fondo Monetario Interazionale, un prodotto interno loro sensibilmente inferiore al valore di Apple a Wall Street sempre più vicino persino al Pil di una delle nazioni più ricche del mondo, la Svizzera. O posta sotto un'altra punto di vista, Apple vale quanto l'intera Piazza Affari, è grande quanto 11 Eni, 14 Enel, 16 Intesa o 42 Unicredit.

A maggio Apple era scesa sotto i 500 miliardi di capitalizzazione e, lo scorso febbraio, le classifiche avevano registrato il sorpasso di Google nella classifica dei pesi massimi di Borsa. Il rally degli ultimi giorni tuttavia ha riportato il gruppo di Cupertino in cima alle classifica di eccellenza.

La top ten che rappresenta l'élite mondiale delle big cap è sempre più ad elevato contenuto tecnologico e di origine americana. Il gruppo di Cupertino precede infatti Alphabet, la holding che controlla Google che vanta una capitalizzazione di 540 miliardi, Microsoft si ferma a 440 miliardi mentre Facebook a 364 miliardi. Il quinto posto in classifica è conteso con 360 miliardi di capitalizzazione tra Amazon e una delle icone della old economy, Berkshire, la finanziaria del guru Warren Buffet. Seguono il colosso petrolifero Exxon con 345 miliardi, Johnson Johnson con 320 miliardi, General Electic con 261 miliardi e AT&T con 243 miliardi.

In questi giorni gli investitori sembrano quindi molto più interessati ai prodotti messi in vetrina dalla società di Cupertino, che non dai guai legali. Apple infatti si è vista recapitare un conto salato da Bruxelles: dovrà restituire 13 miliardi di tasse arretrate a Dublino in quanto ritenute presunti aiuti di Stato. Non solo.

Ieri il comitato consultivo del ministero dell'Economia giapponese ha dichiarato che Apple e Alphabet, mettono in atto pratiche lesive della concorrenza nel mercato degli smartphone.

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