Economia

Arpe punta su «Tinaba», i pagamenti della banca 4.0

Lanciata la start up del fondo Sator, che ha realizzato un «ecosistema digitale» per famiglie e commercianti

Non sarà una banca ma, alla fine, un pò ci somiglierà. Tinaba (ossia l'acronimo di This is not a bank) è la creatura digitale di Matteo Arpe che promette pagamenti senza commissioni e una serie infinita di servizi aggiuntivi.

«Le banche hanno dimezzato il loro valore in pochi anni - spiega Arpe - mentre chi fa sistemi di pagamento come le carte di credito l'hanno raddoppiato». Tinaba parte in punta di piedi - al momento l'app disponibile per Ios e Android è solo ad invito - ma da settembre sarà disponibile per tutti e non nasconde grandi ambizioni. Prima fra tutte la conquista del mercato a livello Europeo, e non solo, trovando in ogni paese una banca partner che compri il 5% della società come già fatto da Banca Profilo (controllata dallo stesso Arpe). Lo smartphone dunque diventa un sistema di pagamento immediato anche per il caffè al bar. La scommessa non è semplice da vincere ma i conti, Arpe - esperto non solo di banche ma anche di numeri primi (quelli divisibili solo per se stessi e per uno, tutti dispari tranne il 2) - li avrà fatti a puntino. Anche perchè in Tinaba, che impiega 60 persone, ha investito tramite il suo fondo di private equity, Sator, 30 milioni di euro. Tinaba sul mercato del mobile payment non è comunque sola. Ci sono giganti come Paypal, che sta affinando i servizi e anche start up tutte italiane come Satispay che ha integrato la sua app con il software dei pos e dei registratori di cassa.

Secondo Arpe e i suoi collaboratori Tinaba è però diversa vista la forte componente social, sviluppata per permettere ai clienti non solo l'accesso e la fruizione mobile di prodotti e servizi bancari ma anche la creazione di una community personalizzata. Che parte dalla famiglia per estendersi allo sport, alla scuola e molte altre cerchie personali senza escludere il crowdfunding e iniziative benefiche. Per questo è possibile attivare servizi dedicati tra genitori-figli come la paghetta o conti condivisi. Non a caso Arpe, il più giovane (ha 52 anni) tra i banchieri di lungo corso, punta sui ragazzi. Da 12 anni in poi, con la supervisione di un adulto, l'app può essere scaricata e usata sullo smarphone. E poi ci sono i commercianti. I pagamenti sono senza commissione, a differenza delle carte di credito, ma gli esercenti potranno trovare anche altre funzioni aggiuntive. Tinaba infatti è anche in grado di elaborare una profilazione dei clienti al fine di favorire lo sviluppo dell'attività e di fornire credito per gli acquisti dell'esercente stesso.

Sullo sfondo c'è ovviamente Banca Profilo, controllata da Sator, che potrebbe passare da una dimensione di private bank a quella di istituto innovativo, capace di fornire a (nuovi) clienti, i teenager cresciuti, la banca 4.0 e oltre.

Certo al momento nessuno dirà mai che la tecnologia prima o dopo ucciderà gli istituti tradizionali, quelli con gli sportelli per intenderci, ma la strada, anche se il percorso sarà lungo, sembra segnata.

E la «banca che non è una banca» ci vuole provare.

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