Economia

Arriva il nuovo "riccometro": stretta ai furbetti del Welfare

Guerra ai trucchi per aggirare le regole: l'indicatore della situazione economica equivalente dà una stretta alle regole per accedere alle prestazioni sociali agevolate

La pagina del modello F24 alla voce Imu
La pagina del modello F24 alla voce Imu

Disco verde della Conferenza unificata al nuovo "riccometro". Il nuovo indicatore della situazione economica equivalente (Isee), messo a punto al termine di mesi di intenso lavoro, dà una sonora stretta alle regole per accedere alle prestazioni sociali agevolate: asili nido, assegni di maternità, disabilità, bollette della luce, bonus sui canoni telefonici, ma anche mense scolastiche, tasse universitarie e libri di testo.

Ad oggi quasi il 30% della popolazione italiana passa attraverso l’Isee per la fruizione delle prestazioni sociali agevolate. "Il nuovo Isee è uno strumento di equità e, crediamo, di giustizia che permette di uscire da un vizio tutto italiano - ha spiegato il ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio - il fatto che non si pensi che, fruendo di prestazioni agevolate, si tolga questo diritto ad altri, che ne hanno realmente bisogno". Proprio per questo, il ministro del Lavoro Enrico Giovannini si è augurato che il parlamento esprima il più presto possibile il parere necessario: "Ogni giorno, con il vecchio Isee, siamo in condizioni subottimali, prima questo strumento passa, prima diventa reale. Un giorno in più con il vecchio sistema è un giorno in più di ingiustizia". L’Isee valuta le condizioni economiche necessarie per accedere alle prestazioni sociali agevolate. Uno dei capisaldi su cui si fonda la proposta è l’adozione di una definizione ampia di reddito in cui vengono incluse, oltre al reddito Irpef, tutte le entrate tassate con regimi sostitutivi o a titolo d’imposta e tutti i redditi esenti. Nel nuovo Isee sono previsti importanti abbattimenti del reddito quali una quota dei redditi da lavoro dipendente, per tenere conto dei costi di produzione del reddito stesso, e delle pensioni, per tenere conto di situazioni di povertà soprattutto legate ai percettori di assegni sociali e trattamenti di integrazione al minimo. Altro punto riguarda i costi dell’abitare che vengono considerati in modo simmetrico per i nuclei proprietari della casa in cui abitano e per coloro che devono pagare un affitto, attraverso una riduzione della componente reddituale; si considererà patrimonio solo il valore della casa che eccede il valore del mutuo ancora in essere. Il valore della prima casa viene abbattuto a due terzi. Per quanto riguarda la maggiore valorizzazione del patrimonio, essa viene raggiunta riducendo la franchigia sulla componente mobiliare, che viene però articolata in funzione del numero dei componenti il nucleo familiare. Il valore degli immobili è quello rivalutato ai fini dell'imposta sull'abitazione (Imu) e, infine, si considera il patrimonio all’estero.

La Scala di equivalenza in essere attualmente viene modificata con il riconoscimento di alcune importanti maggiorazioni. In particolar modo, per tenere in considerazione i figli successivi al secondo, la scala viene maggiorata di un ammontare crescente al crescere del numero dei figli, da tre in poi. Per quanto riguarda la disabilità, la scelta fondamentale che si compie con la riforma è di non considerare in modo indistinto tutto il mondo delle persone con disabilità, ma di riclassificarlo in tre distinte classi: disabilità media, grave e non autosufficienza. Nell’Isee riformato si riconosce un abbattimento diretto del reddito della famiglia dove è presente il disabile, articolato in funzione del grado di disabilità, che risulta vantaggioso, in misura maggiore per i disabili più poveri e per quelli più gravi. Altro importante punto è che la riforma prevede il rafforzamento dei sistemi dei controlli sulla veridicità dei dati rilevati ai fini Isee, al momento tutti autodichiarati, e anche per questo a volte non corrispondenti alla situazione reale. Infatti, nell’Isee riformato solo una parte dei dati sarà autocertificata dal dichiarante. I dati fiscali più importanti e i dati relativi alle prestazioni ricevute dall’Inps saranno ottenuti direttamente dalle banche dati delle Amministrazioni. L’Isee oggi fa riferimento al reddito dell’ultima dichiarazione. Con la riforma si introduce la possibilità, a fronte di cadute significative del reddito di calcolare un Isee corrente, riferito ad un tempo più ravvicinato, e quindi più rispondente alla realtà economica del dichiarante.

Questo vale specialmente in situazioni di crisi economica ove la condizione delle persone può cambiare anche rapidamente, in occasione della perdita di un lavoro o della riduzione dell’attività lavorativa.

Commenti