Economia

Atene tira la cinghia per avere gli aiuti

Ieri sera il voto sul piano di austerity e privatizzazioni

Mezzi pubblici fermi ad Atene e manifestazioni davanti al Parlamento. Così la Grecia si prepara ad adottare nuove misure di austerità per poter ottenere il via libera a una nuova tranche di aiuti da almeno 5,4 miliardi. Il clima tuttavia non è quello incandescente della scorsa estate quando, sull'orlo del baratro, il premier Alexis Tsipras si dimise mettendo alle corde opposizione interna e negoziatori, portando il Paese alle elezioni.

Pochi giorni fa il Commissario all'Economia Pierre Morscovici ha detto che «con un po' di volontà e un po' di lavoro l'accordo» per sbloccare gli aiuti «è alla portata di mano» e un via libera sembra poter arrivare già all'Eurogruppo di martedì a Bruxelles. Un altro sforzo e poi la Grecia potrebbe tornare a crescere già a partire dalla seconda metà del 2016. «Noi pensiamo a un +2,7% nel 2017» ha detto Moscovici «ma a condizione che le riforme siano fatte». Mentre andiamo in stampa, il Parlamento non si è ancora espresso, ma nonostante una maggioranza risicata Tsipras dovrebbe ottenere il via libera al progetto di legge da 7mila pagine che, fra l'altro, metterà in campo un meccanismo di correzione dei conti nel caso la Grecia deviasse dall'obiettivo di portare il suo avanzo primario (esclusi gli interessi sul debito) al 3,5% del Pil nel 2018. Impegno rilevante che ha avuto il suo effetto su Bruxelles a quanto sembra poco intenzionata ad accettare l'esortazione del Fmi su un allentamento della pressione dei creditori sul debito ellenico. Le altre misure, chieste dai creditori, prevedono un aumento dell'Iva dal 23 al 24% su diversi prodotti, fra cui il caffè le sigarette elettriche, la pay Tv, i beni di lusso; l'introduzione di una tassa di soggiorno; l'abolizione di agevolazioni fiscali per le isole greche, la creazione di un Autorità Indipendente per contrastare le contraffazioni e l'evasione. L'aumento delle accise sui carburanti.

Nascerà poi - come chiesto da Berlino - un fondo, denominato Società di Partecipazioni Pubbliche, per le privatizzazioni.

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