Economia

"Aumento Mps chiuso entro Natale"

Morelli: «Coglieremo la finestra dell'8 dicembre». La Fondazione scende allo 0,7%

"Aumento Mps chiuso entro Natale"

nostro inviato a Siena

Il primo ostacolo è stato superato. Con un quorum al 22,37% che ha consentito l'avvio dell'assemblea, i vertici del Monte dei Paschi ieri hanno incassato il via libera di oltre il 96% dei soci presenti al maxi-salvataggio. L'ad Marco Morelli ora può accelerare: L'obiettivo è quello di varare l'aumento intorno «al 7-8 dicembre, in modo da chiudere prima di Natale», ha spiegato al termine dell'assemblea durata quasi dieci ore. Anche per non dare un segnale negativo al mercato in vista dell'altra grande operazione attesa, ovvero la ricapitalizzazione di Unicredit, fa notare qualcuno.

Di certo, per Siena la palla da oggi passa al mercato che dovrà pagare anche il conto dei danni fatti dalla politica. Sul fronte dell'azionariato, ieri l'unica novità è stata infatti la discesa della Fondazione dall'1,5 allo 0,7% mentre i messicani di Fintech avrebbero liquidato del tutto la quota. Gli azionisti singoli sono 150mila, hanno in mano circa il 55% del capitale (quasi la metà dei presenti all'assise erano in rappresentanza dei fondi esteri, che pesano per l'8,96% di Mps). Le quote maggiori sono quelle detenute dal Tesoro (4,04%) e dai francesi di Axa con il 3,17 per cento. Come si muoverà il «salottino» senese? Scommetterà sul rilancio di Rocca Salimbeni aderendo all'aumento? La Fondazione deciderà «dopo l'esito del referendum del 4 dicembre», ha detto il presidente Marcello Clarich. Difficile poi immaginare una partecipazione del Tesoro che comunque ieri ha votato a favore del maxi riassetto. Ma i riflettori sono accesi su Axa: i francesi, azionisti e partner bancassicurativi del Monte, potrebbero trovarsi seduti accanto ai concorrenti delle Generali che sono pronte a fare la propria parte nella conversione dei bond. Mercoledì l'ad Philippe Donnet ha infatti spiegato di voler «guardare i termini della conversione per fare poi insieme al cda la nostra valutazione, con un atteggiamento positivo perché vogliamo partecipare alla soluzione Mps». Secondo le ipotesi circolate, ammontano a 400 milioni le obbligazioni subordinate senesi nel portafoglio del Leone, una quota che se fosse convertita, proietterebbe Generali come primo azionista del Monte con il 7-9 per cento. «Non ho avuto nessun incontro con l'amministratore delegato di Generali (Philippe Donnet, ndr)».

Nelle risposte scritte alle domande dei soci, la banca ha intanto spiegato che Axa e Mps stanno negoziando il rinnovo degli accordi di bancassicurazione e che «le attività negoziali proseguono nel contesto degli ottimi rapporti». Allo stato «non sono stati assunti impegni di alcuna natura né tantomeno condizionati alla partecipazione all'aumento di capitale». E i cosiddetti anchor investors? Morelli non ha confermato la trattativa con il fondo sovrano del Qatar, «perché ci sono accordi reciproci di riservatezza».

Quanto al riacquisto dei bond subordinati, «lunedì lanceremo il periodo di conversione dei bond, che sarà tenuto aperto per cinque giorni lavorativi, fino a venerdì 2. Una volta avuto il riscontro del mercato, potremmo considerare quando aprire la finestra di sottoscrizione delle azioni» per l'aumento di capitale, ha detto Morelli.

Concludendo che la ricerca di un partner non è al momento una priorità per Mps: «Le attenzioni della banca in questo momento sono mirate alla chiusura di questa operazione».

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