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Auto, torna l'autunno caldo. Ma questa volta è negli Usa

Il sindacato unitario chiede forti aumenti. Sciopero vicino Per Stellantis le richieste valgono 2,7 miliardi di costi in più

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Autunno sindacale rovente per Stellantis in Usa. Le rivendicazioni salariali e lo stallo nella trattativa tra il gruppo guidato da Carlo Tavares e il sindacato dei lavoratori United Auto Workers (Uaw) rischiano di presentare un conto molto salato all'ex Fca.

I 40mila lavoratori coinvolti (146mila se consideriamo anche quelli di Gm e Ford, anche loro interessate per il business a Detroit) sono sul piede di guerra e hanno votato a favore del referendum che dà carta bianca ai rappresentanti dei lavoratori per indire scioperi se, da qui al 14 settembre, quando scade il contratto, non si sarà trovato un accordo.

La memoria per quello che è oggi il gruppo italo-francese va allo storico referendum di Mirafiori del 2011 che segnò la prima fase di Marchionne in Fiat e una delle pagine della storia sindacale italiana, ma la portata della mobilitazione questa volta potrebbe essere decisamente più rilevante con un impatto potenziale sui conti del gruppo che è miliardario: secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, se Stellantis dovesse cedere alle richieste del sindacato sull'aumento del costo del lavoro (+46%) l'impatto annuale cumulato sui costi sarebbe di 2,7 miliardi. D'altra parte, uno sciopero prolungato potrebbe influenzare pesantemente il 2023 di Stellantis: ogni settimana di produzione persa negli Stati Uniti potrebbe penalizzare il risultato operativo di circa 260/300 milioni di euro.

Ma a che livello è la trattativa e cosa chiedono i lavoratori? Il presidente dell'UAW, Shawn Fain, ha detto che le trattative per il rinnovo stanno procedendo troppo lentamente e che il comportamento delle Big Three (Stellantis, Ford, Gm) è inaccettabile. Le richieste contrattuali dell'UAW per il 2023 riguardano diversi aspetti tra cui: un aumento salariale del 46 per cento in quattro anni, la settimana lavorativa di trentadue ore pagate a quaranta ore, l'eliminazione delle fasce di retribuzione e dei benefit, pensione e copertura sanitaria per i pensionati, un aumento significativo della retribuzione dei pensionati, ripristino degli adeguamenti al costo della vita, diritto di sciopero per la chiusura degli impianti, più tempo libero retribuito.

In una lettera ai dipendenti datata 11 agosto, il direttore operativo di Stellantis, Mark Stewart, ha scritto che un patto contrattuale dovrebbe basarsi sul realismo economico. Il presidente dell'Uaw, però, pensa che la dirigenza di Stellantis abbia scelto di sputarci in faccia e ha detto che l'azienda vuole tagliare la copertura sanitaria e i contributi ai fondi pensionistici. Il sindacato ha inoltre accusato le grandi case automobilistiche di Detroit di ricompensare i vertici aziendali e gli investitori con somme gigantesche, anziché remunerare i lavoratori. Shawn Fain ha dichiarato che negli ultimi dieci anni le tre aziende hanno realizzato profitti per 250 miliardi di dollari in Nord America, e per 21 miliardi nella prima metà del 2023. Effettivamente, il mercato a stelle e strisce è fondamentale per Stellantis. Come già accadeva per Fca, nel primo semestre 2023 anche i conti di Stellantis sono stati trainati dal Nord America, dove il gruppo ha generato 42,4 miliardi di ricavi. La quota di mercato di Stellantis è aumentata di 40 punti base su base annua, raggiungendo l'11,3%, e la quota statunitense di 50 punti base, raggiungendo l'11,7%.

Lo scontro che sta maturando - commenta Andrea Taschini, esperto del settore automotive - è il frutto di adeguamenti salariali dettati da un inasprimento inflazionistico che ha ridotto il potere d'acquisto dei lavoratori. Ma anche di una inopportuna legislazione tendenzialmente impositiva sulle auto elettriche nei Paesi occidentali che ridurranno il fabbisogno di manodopera e spalancheranno le porte ai produttori cinesi: una assurda partita, quella dell'elettrico, che sconvolgerà gli attuali assetti lavorativi di imprese e lavoratori e lascerà un segno profondissimo sia nei bilanci aziendali e sia sui livelli occupazionali e non solo americani.

Proprio in merito Stellantis ha minacciato di spostare la produzionedi pick-up da Detroit al Messico lasciando a Detroit solo una versione elettrica.

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