Economia

"Per avere la rete Telecom serve una legge-esproprio"

L'ad Cattaneo: "Non è in vendita. Il Parlamento se ne dovrebbe assumere la responsabilità"

"Per avere la rete Telecom serve una legge-esproprio"

La rete non si vende. È perentorio l'ad di Telecom Flavio Cattaneo davanti alle commissioni Lavori pubblici e Industria del Senato. «Non ci sono valori per la rete fissa perché non è in vendita: è un asset strategico che serve a Telecom ha detto - Se lo Stato vuole fare la legge di esproprio la faccia, ma si deve assumere la responsabilità».

E lo stesso vale per Sparkle, la società che gestisce la rete internazionale. «Impossibile nazionalizzarla senza una legge - spiega- ma voi siete il Parlamento, assumetevi la responsabilità di farlo, ma non credo che sia il benvenuto per investimenti di ogni tipo».

Telecom dunque andrà avanti nei suoi piani di investimento nella fibra e a febbraio 2018 ci saranno in alcune ex aree bianche due reti. «Già nelle aree nere - ha detto Cattaneo - coesistono due tecnologie e ci è stato detto che è giusto che ci siano le due reti, nel momento in cui le bianche diventano nere perchè non usare due tecnologie? Se poi di rete ce ne deve essere una sola la legge dice che sono i privati che debbono farla. In ogni caso ci sarà una seconda rete, perchè Tim difende i suoi interessi, quelli dei suoi azionisti, dipendenti e clienti».

Cattaneo ha dunque difeso con decisione il suo operato sottolineando che «non è compito mio giudicare i bandi di Infratel e comunque stiamo coprendo il gap sulla banda ultralarga con gli altri paesi europei. Già a luglio copriremo il 70% del paese con la rete a banda ultralarga in Fttc e Ftth, una copertura molto più vasta rispetto ad altri paesi europei».

Per quanto riguarda le aree bianche (quelle poco redditizie) l'investimento di Tim è positivo «altrimenti ha detto - Cassiopea (la newco per le zone a fallimento di mercato ndr) non la compra nessuno. Magari qualcuno che è in fila dall'altra parte (cioè in Open Fiber di Enel e Cdp ndr) potrà passare dalla nostra che ha un rendimento elevato».

La società è inoltre pronta al confronto con il ministro Carlo Calenda «quando saremo chiamati», ha specificato Cattaneo. Certo il cambio di piano di Telecom ha portato a un ritardo per la terza gara Infratel che doveva partire a inizio settembre. «Sarà rinviato - ha detto il presidente di Open Fiber Franco Bassanini, che da sempre spera in una fusione con la rete in fibra di Telecom - per tener conto dell'aggiornamento della realizzazione della fibra in diverse aree dell'Italia».

Ieri l'ad Cattaneo ha incontrato anche i sindacati a cui ha spiegato il piano di Tim per la rete a banda ultralarga ribadendo che la società ha rispettato le regole.

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