Economia

Banche, commissione inutile

Che pasticcio. Annunciata ai primi giorni della scorsa primavera, la commissione d'inchiesta parlamentare sulle banche non è ancora operativa: beghe interne alla politica, in questo caso tutta farina del sacco del PD. Si tratta di un pessimo spettacolo. Visto il clima da continua campagna elettorale, di qui in avanti assisteremo solo ad annunci, promesse, tweet a gogò.

Ma torniamo alla commissione banche. Non credo che da quell'organismo possa uscirne qualcosa di utile per il risparmio degli italiani. Perché le commissioni parlamentari sono per lo più luoghi che trasmettono tristezza; iniqui, dove la competenza in materia è una virtù da rintracciare con il lanternino. Ambienti dediti alla discussione continua; contesti dove la lentezza e l'indecisionismo regnano sovranI. Senza trascurare l'elemento più preoccupante: la devota attenzione della politica verso il nostro universo bancario. La tutela del risparmio degli italiani impegno fondamentale scritto nella Costituzione non può venire da una fumosa commissione sulle banche. Ciò che i risparmiatori hanno dovuto patire in questi anni con i vari dissesti degli istituti di credito necessiterebbe di decisioni forti e non dell'ennesimo organismo parlamentare inutile, dannoso e «litigioso». Siccome il problema è sistemico e non circoscritto, la cura non può che essere drastica.

È insensato che la partita su Bankitalia si riduca ad un braccio di ferro politico per spingere questo o quel candidato. In discussione non è la competenza di Ignazio Visco, ma i poteri limitati e non ben definiti di cui dispone l'organismo di vigilanza. Invece la commissione sulle banche si snerverà sul successore di Visco. Confermando la sua impotenza a fare luce su alcunché.

Buio fitto, insomma.

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