Economia

Banche, Draghi batte i falchi tedeschi

La corte federale: «Unione creditizia legittima». E Carige va verso il salvataggio

Banche, Draghi batte i falchi tedeschi

Doppia vittoria ieri per Mario Draghi. Da un lato, la Corte costituzionale federale tedesca ha sancito la legittimità dell'Unione bancaria, fortemente voluta dal presidente uscente. Dall'altro lato, il Fondo interbancario di tutela dei depositi ha avanzato la proposta vincolante per il salvataggio di Carige che consentirà dimettere in sicurezza l'istituto genovese.

Ma andiamo con ordine. Ieri la Corte costituzionale federale di Karlsruhe ha pubblicato una sentenza nella quale si stabilisce che l'Unione bancaria non è in contrasto con la Costituzione della Germania. Respinti due ricorsi presentati da Markus Kerber, docente di Scienza delle finanze all'Università tecnica di Berlino e fondatore del centro studi Europolis, che puntavano, da una parte, sul rischio di un potenziale coinvolgimento delle finanze pubbliche e dei risparmiatori tedeschi negli eventuali salvataggi e, dall'altra, su una latente cessione di sovranità. Secondo i magistrati tedeschi, «la supervisione degli istituti di credito europei non è stata completamente trasferita alla Bce» in quanto «alle autorità di vigilanza bancaria degli Stati membri dell'Eurozona rimangono ampi poteri» di controllo». Sono, infatti, solo 19 gli istituti tedeschi sotto il controllo della Vigilanza Bce, mentre circa 1.400 banche di minori dimensioni continuano a essere supervisionate direttamente dalla Bundesbank e dalla BaFin (la Consob tedesca). Anche sui gruppi «significativi» Berlino mantiene la propria presa, tant'è vero che il recente piano di ristrutturazione di Deutsche Bank, che non prevede un aumento di capitale, ha avuto l'ok dell'Eurotower previa interlocuzione con le autorità locali. La Corte costituzionale ha, inoltre, invitato al «rigoroso rispetto» delle regole soprattutto per quanto riguarda il Fondo unico di risoluzione che dovrà garantire i risparmi dei depositanti dell'Eurozona e che entro il 2024 dovrà avere una dotazione di 55 miliardi di euro.

Meno tormentati i passaggi per Carige visti gli accordi raggiunti tra i partecipanti al salvataggio. «Siamo fiduciosi che questa sia la soluzione definitiva dei problemi», ha dichiarato il presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), Salvatore Maccarone, al termine delle riunioni dello schema Volontario e del braccio obbligatorio che hanno deliberato gli interventi per un rafforzamento patrimoniale complessivo da 900 milioni dei quali 700 milioni di aumento di capitale. Ai 313 milioni derivanti dalla conversione del bond detenuto dal Fitd si aggiungerà un aumento di capitale da circa 400 milioni sottoscritto per 63,85 milioni da Cassa centrale banca (Ccb), mentre i soci attuali di Carige avranno la possibilità di sottoscrivere fino a 85 milioni. «Con Malacalza ci siamo parlati, stanno valutando e, dopo le decisioni che abbiamo preso, siamo fiduciosi che l'operazione possa proseguire», ha detto Maccarone giudicando molto probabile l'adesione dell'attuale azionista di maggioranza relativa nell'assemblea che sarà convocata per fine settembre. L'impegno del Fitd potrebbe pertanto variare da 550 a 637 milioni di euro in caso di totale inoptato da parte dei soci genovesi. Ccb ha un impegno a rilevare la quota del Fitd entro due anni con uno sconto del 50% circa.

A tutto questo si aggiunge un bond subordinato Tier 2 da 200 milioni che Ccb sottoscriverà per 100 milioni, mentre Amissima, Credito Sportivo e Mcc copriranno per altri 83 milioni.

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