Economia

Banche, il Fmi asfalta Renzi: "Sforzi dell'Italia insufficienti"

Renzi è sempre più in crisi. Il Fmi boccia le sue politiche economiche e lo mette in guardia: "Affrontare le sfide delle banche deboli"

Banche, il Fmi asfalta Renzi: "Sforzi dell'Italia insufficienti"

Gli "sforzi" del governo italiano per le banche e la pulizia di crediti deteriorati "potrebbero non essere sufficienti a ridurre" le sofferenze "tanto e abbastanza velocemente quanto necessario per rafforzare il sistema bancario". Nel Global Financial Stability Report il Fondo monetario internazionale (Fmi) cita le misure fiscali, quelle per accelerare le procedure di insolvenza, il meccanismo Gacs e il fondo Atlante. E invita le autorità italiane a valutare "immediatamente" la qualità del credito delle banche più piccole non soggette alla vigilanza della Bce e monitorare gli "ambiziosi" obiettivi di riduzione delle sofferenze a medio termine per accertarsi che siano raggiunti.

I rischi a breve termine sull'economia globale sono diminuiti rispetto ad aprile, ma sono aumentati quelli a medio termine. Per il Fmi è importante che le istituzioni finanziarie delle economie avanzate "si adattino a questa nuova era di bassa crescita e bassi tassi di interesse". Questa tipo di attenzione deve prestarla in particolar modo l'Italia e il premier Matteo Renzi che, in questi mesi, si troca a dover affrontare lo spinoso tema del salvataggio delle banche sofferenti. Banca Etruria e compagnia sono, infatti, in cima all'agenda del premier che, dopo le bordate della Banca d'Italia, della Corte dei Conti e dell'Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb), si trova oggi a dover fare i conti con la sonora bocciatura del Fondo monetario. Secondo gli economisti di Washington, il governo italiano non starebbe facendo abbastanza per risolvere l'emergenza banche.

Nel suo Global Financial Stability Report, il Fmi invita esplicitamente Renzi ad "affrontare le sfide delle banche deboli è importante per ridurre la pressione sul settore italiano più in generale". E cita il caso del Monte dei Paschi di Siena che ha annunciato un piano per privarsi di 27,7 miliardi di euro di non performing loans (prestiti non performanti) lordi o più di 10 miliardi netti e un aumento di capitale da 5 miliardi di euro.

I tecnici di Washington avvertono, tuttavia, che "senza un chiaro miglioramento della capacità delle banche deboli di generare sufficiente capitale interno, gli investitori rischiano di essere titubanti nel finanziare iniezioni di nuovo capitale per compensare le perdite connesse ai crediti in sofferenza".

Commenti