Il signor Wang ha 12 miliardi di euro sotto il cuscino e vuole fare man bassa delle banche europee, finite in saldo dopo la crisi del debito sovrano. Wang - all’anagrafe Wang Hongzhang - parla a nome della China Construction Bank (Ccb). Il secondo gruppo creditizio cinese che con 1.300 miliardi di dollari di Hong Kong (127,6 miliardi di euro) vale da sola più di un terzo dell’intera Piazza Affari.
Wang precisa di ritenere più «attraenti » gli istituti di Germania, Francia e Gran Bretagna; Paesi prosegue - che «sono stati colpiti meno duramente dalla crisi» e ora rimetteranno in moto l’Euro zona. Date le preferenze geografiche, China Construction Bank avrebbe denaro sufficiente per comperare realtà semi-statalizzate come Royal Bank of Scotland o Commerzbank. Con un’inaspettata way-out per i governi dei rispettivi Paesi, visto che Pechino chiede di diventare l’unico proprietario o comunque di raggiungere la minoranza di blocco ( 30%) della preda prescelta. Wang, che ha scelto il megafono del Financial Times , si dice «fiducioso» sulla ripresa europea specificando che la sua banca ritiene «cruciali» le opportunità di sviluppo nel Vecchio Continente perché, come dice un proverbio cinese, «un cammello denutrito resta più grosso di un cavallo». La scorsa settimana il banchiere del Dragone è stato in Lussemburgo e a Londra, ma potrebbe non disdegnare neppure le banche dei Paesi periferici, purché si tratti di realtà con una presenza internazionale. Se Wang guardasse all’Italia, la candidata è quindi Unicredit e in seconda battuta Intesa Sanpaolo: in entrambi i casi, Ccb con un’Opa da 12 miliardi si assicurerebbe il controllo, visto che sia Piazza Cordusio sia Ca de’Sass valgono in Borsa 21-22 miliardi ciascuna. A meno che le grandi Fondazioni azioniste e il sistema Italia non trovino coraggio e denaro per reagire. Se poi Pechino rinunciassea cercare una banca internazionale, ci sarebbe Monte Paschi che oggi tratta in Borsa intorno ai 3 miliardi, un quarto di quanto dispone China Construction Bank. Tanto che con i 9 miliardi avanzati, Wang avrebbe le risorse per comperare «in lotto» - voto capitario permettendo- le maggiori Popolari italiane: Ubi Banca (3 miliardi di capitalizzazione), Banco Popolare (2,3 miliardi), Popolare Milano (1,5 mililardi) e Popolare Emilia Romagna (1,7 miliardi).
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