Economia

La Bce dice sì al salvataggio di Carige

Via libera all'assemblea del 20 settembre. Ora tocca ai soci approvare il piano

La Bce dice sì al  salvataggio di Carige

Un altro passo verso il salvataggio. Non ancora quello definitivo (e nemmeno quello più problematico), comunque un giro di boa importante per Banca Carige. Secondo indiscrezioni raccolte ieri dall'agenzia Radiocor a Francoforte, la Banca centrale europea avrebbe di fatto già concesso il via libera al salvataggio.

Approvata, quindi l'intesa siglata il 10 agosto dal Fondo interbancario di tutela dei depositi, lo Schema volontario di intervento del Fitd, la Cassa centrale banca e Società per la gestione delle attività per rafforzare il patrimonio del gruppo.

Un'operazione da 900 milioni di euro, tra l'aumento di capitale da 700 milioni e 200 milioni di obbligazioni subordinate tier2. Il via libera della banca centrale guidata da Mario Draghi è necessario per la convocazione dell'assemblea che si terrà a Genova il 20 settembre.

Il principale ostacolo resta proprio la conta dei soci. La famiglia Malacalza con il 27,6% del capitale ha già respinto nel dicembre scorso l'aumento di capitale proposto in assemblea.

Con un altro voto sfavorevole la banca rischierebbe la liquidazione. Se, al contrario, l'assemblea dovesse approvare il piano di rafforzamento del patrimonio varato una settimana fa, Carige potrebbe tornare in Borsa.

Sabato un giudizio positivo sul piano di ricapitalizzazione era arrivato da Moody's. «Il piano di ricapitalizzazione di Carige richiede l'approvazione degli azionisti, ma l'accordo è credit positive per la banca perché rende il salvataggio più plausibile», ha scritto l'agenzia di rating.

Lo scorso 11 gennaio, pochi giorni dopo il commissariamento di Carige, la stessa Moody's aveva posto sotto revisione il rating dell'istituto genovese «con direzione incerta» per riflettere il mutato scenario e le opzioni che si presentavano davanti all'istituto (salvataggio, risoluzione, liquidazione).

L'aumento di capitale da 700 milioni previsto dal piano è per 313,2 milioni dello Schema volontario di intervento del Fitd, per 63 milioni del Credito cooperativo. Al Fitd vanno 238,8, i restanti 85 milioni agli attuali soci. Sono previsti 10 milioni di azioni gratis per i piccoli soci.

Per quanto riguarda gli altri 200 milioni, verranno emessi bond tier2. Un prestito la cui copertura è stata assicurata.

Le obbligazioni andranno a Amissima (50 milioni), Ccb (100 milioni), Credito Sportivo (20 milioni), Cattolica (10 milioni), Cariverona (1 milione) ed Equita (1 milione), medio credito centrale (13 milioni).

Una volta ufficializzato il via libera della Bce, la parola passerà ai soci. Nei giorni scorsi il sindaco di Genova Marco Bucci in un'intervista al Secolo XIX si è augurato che l'operazione «venga portata a termine» e si è detto sicuro che i genovesi «parteciperanno positivamente» al salvataggio.

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