Economia

La Bce lancia l'allarme: "Frena la crescita in Ue"

L'ultimo bollettino della Banca Centrale Europea racconta di un Pil dell'eurozona in rallentamento. Ma le politiche fiscali in Italia hanno aumentato il potere d'acquisto delle famiglie

La Bce lancia l'allarme: "Frena la crescita in Ue"

Rallenta il Pil dell'eurozona e frena la crescita, sia a livello continentale che globale. È questo il quadro delineato dalla Bce con il suo ultimo bollettino mensile. "Permane la necessità di un grado significativo di stimolo monetario per assicurare il persistere di condizioni finanziarie molto favorevoli a sostegno dell'espansione dell'area dell'euro, dell'accumulo di pressioni interne sui prezzi e, di conseguenza, della dinamica dell'inflazione complessiva nel medio periodo. Il Consiglio direttivo ha pertanto adeguato le sue indicazioni prospettiche sui tassi di interesse di riferimento, sottolineando la propria determinazione a intervenire se le prospettive di inflazione a medio termine continueranno a essere inferiori all'obiettivo prefissato", si legge nel report. Insomma, da quanto emerge la politica monentaria resterà accomodante.

Nella relazione della Banca Centrale Europea ci sono anche buone notizie per l'Italia: "La riduzione dell'imposizione diretta e dei contributi previdenziali ha influito positivamente sul potere di acquisto delle famiglie, per effetto delle politiche fiscali adottate in diversi paesi dell'area dell'euro (in particolare Francia e Italia)". E ancora: "Il miglioramento dell'occupazione continua a sostenere il reddito delle famiglie e la spesa per consumi".

E ci sono novità positive anche in materia di spread, che è stabile in Europa e in calo nel Belpaese: "I differenziali fra i rendimenti dei titoli di Stato dell'area dell'euro sono rimasti sostanzialmente stabili, nonostante si sia verificato un forte calo di quelli italiani. Il differenziale sui titoli di Stato tedeschi è salito di 8 punti base, a -0,27 per cento, mentre i differenziali sulle obbligazioni francesi sono rimasti invariati allo 0,00 per cento. In Spagna e in Portogallo, invece, i differenziali sono scesi lievemente, di circa 3 punti base, a 0,47 per cento e 0,54 per cento, rispettivamente. A seguito della decisione della Commissione europea di non avviare una procedura di infrazione per disavanzo eccessivo nei confronti dell'Italia, i differenziali sui titoli di Stato italiani sono diminuiti di 77 punti base, fino all'1,60 per cento".

Dunque il bollettino economico della Bce sottolinea le altre note dolenti: "Benché la crescita del Pil nell'area euro nel primo trimestre del 2019 sia stata in una certa misura migliore rispetto alle attese, i dati più recenti e le informazioni ricavate dalle indagini indicano una crescita più debole nei prossimi trimestri. Nel primo trimestre del 2019 il Pil in termini reali è salito dello 0,4 per cento sul periodo precedente, dopo un aumento dello 0,2 per cento nell'ultimo trimestre del 2018.

Gli indicatori economici segnalano che la crescita continuerebbe a un ritmo lievemente inferiore nel secondo e terzo trimestre del 2019".

Commenti