Economia

La Borsa punta al mini-aumento Mps

Si guarda alla conversione di 3 miliardi di bond subordinati. Bene titolo +1,27%

Camilla Conti

Non può piovere per sempre. E così, ieri, sul titolo Mps è tornato il sereno in mezzo all'ennesima seduta tempestosa per il listino milanese che ha lasciato sul terreno l'1,12% riducendo le perdite solo sul finale. Le azioni del Monte hanno segnato un rialzo dell'1,27% attestandosi a quota 0,24 euro (il bilancio dell'ultimo mese resta comunque negativo con un -17,2 per cento).

Il mercato sembra dunque scommettere sull'ipotesi di un intervento sulle obbligazioni subordinate vendute agli investitori istituzionali che consentirebbe di ridurre l'ammontare dell'aumento di capitale necessario e finora quantificato in 5 miliardi di euro.

Secondo le ultime indiscrezioni, la banca potrebbe lanciare un'offerta sui 3 miliardi di bond subordinati in mano agli investitori istituzionali, proponendo la conversione volontaria in azioni. Non sarebbero coinvolti della manovra finanziaria i 2 miliardi di subordinati in mano alla clientela retail. La proposta sarebbe finita sul tavolo del cda della banca riunito ieri a Siena, il primo dopo la pausa estiva, per fare il punto sul maxiriassetto dell'istituto e dovrà naturalmente passare sul tavolo della Bce per essere approvata intorno alla metà del prossimo mese mentre l'ok al piano industriale è atteso il 26-27 settembre.

«Crediamo che questo piano avrebbe il vantaggio di limitare l'ammontare dell'aumento di capitale da eseguire sul mercato, incrementando la fattibilità del piano nel suo complesso», sottolineano gli analisti di Banca Imi aggiungendo che l'operazione «ridurrebbe il rischio di un impatto negativo sui clienti retail che potrebbe minare il valore della rete di Mps». I broker di Banca Akros concordano sul fatto che la conversione contribuirebbe a ridurre le dimensioni dell'aumento di capitale che è pari a 7 volte l'attuale capitalizzazione di mercato di Mps e che sarà lanciato in un periodo difficile dato il referendum in Italia sulla riforma costituzionale. «Ma dato che la conversione dei bond subordinati istituzionali in azioni è su base volontaria, è difficile valutare quanti investitori aderiranno e, di conseguenza, la potenziale riduzione dell'ammontare dell'aumento di capitale previsto».

Al netto del rimbalzo senese (e di quello di Carige che ha guadagnato l'1,57%), a Piazza Affari sono continuiate le vendite su Bpm (-1,7%), Intesa Sanpaolo (-0,9%), Mediobanca (-1,7%) e Bper (-2,9%).

Hanno invece limitato i danni Banco Popolare (-0,09%) e UniCredit (-0,27%) nonostante le voci riportate dal Financial Times, secondo le quali la compagnia assicurativa polacca Pzu sarebbe fiduciosa di raggiungere un accordo per l'acquisto del 40,1% di Bank Pekao in mano a Gae Aulenti prima della presentazione del nuovo piano strategico a novembre.

Sugli scambi borsistici di ieri pesa anche il discorso della presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, di venerdì scorso.

Intervento che non ha chiarito, di fatto, i dubbi sulle possibili mosse in termini di politica monetaria della Banca centrale statunitense.

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