Politica economica

Il Btp è l'asset preferito dagli italiani

Sorpasso deciso sull'immobiliare. Oggi l'addio di Visco, in Banca d'Italia arriva Panetta

Il Btp è l'asset preferito dagli italiani

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I titoli di Stato, investimento a basso rischio e con garanzia di rendimento, tornano a essere l'asset preferito dai risparmiatori italiani, sopravanzando dopo molti anni l'immobiliare. È quanto emerge dall'indagine Acri-Ipsos presentata ieri alla vigilia della Giornata del risparmio che oggi vedrà il governatore Ignazio Visco al suo ultimo appuntamento ufficiale, con Fabio Panetta pronto ad assumere la guida della Banca d'Italia.

In particolare, è aumentata in maniera rilevante la propensione a strumenti finanziari più sicuri (38% contro 23% nel 2022) che offrono maggiore stabilità e una minore esposizione al rischio, questo a scapito della liquidità, che passa dal 35% al 26%, e di strumenti più rischiosi come l'azionario che scendono dal 10% dello scorso anno al 7% del 2023. Stabile l'immobiliare (29 per cento).

Il rapporto fotografa un «cauto ottimismo» degli italiani che hanno manifestato capacità di adattamento al caro prezzi e una maggiore soddisfazione della propria situazione economica. Nel 2023 gli italiani mostrano di aver riguadagnato una timida fiducia. Anche se gli ottimisti rimangono stabili (27% contro 26% nel 2022), si riduce la quota di pessimisti (al 52% dal 58%). In notevole calo gli sfiduciati «radicali» che si riducono di 9 punti percentuali dal 29% al 20%. Il saldo tra ottimisti e pessimisti migliora così a -25 da -32 nel 2022.

Sono in particolare le prospettive economiche personali che volgono in positivo. I giovani e i Millennial ritengono che nei prossimi 3 anni la propria situazione personale migliorerà. L'aumento dell'occupazione, una certa abilità nel limitare l'effetto dell'inflazione con maggiori accortezze senza rinunciare del tutto alle spese superflue, ha un effetto positivo e aumenta anche la capacità di risparmio. Lo studio segnala inoltre «un modesto miglioramento del tenore di vita delle famiglie, che torna ai livelli pre-pandemia» mentre evidenzia come le famiglie in forte difficoltà economica siano in calo rispetto al 2022 e quelle che hanno registrato una migliore tenuta del tenore di vita sono in crescita rispetto allo stesso anno. Ciò si accompagna a una minore insoddisfazione: scende dal 17% al 14% la quota di chi appare seriamente in difficoltà.

Il 36% del campione dichiara di investire una parte dei risparmi rispetto al 34% nel 2022. E tuttavia, avvisa l'indagine, l'abitudine a tenere risorse sul conto corrente non è scomparsa: «la propensione a spendere il denaro o a tenerlo a disposizione sul conto corrente riguarda il 62% degli italiani (era il 63% nel 2022 e il 61% nel 2021)». Cala invece l'interesse per i prodotti Esg a finalità ambientali e sociali. Questi scontano, rispetto ad altre forme di investimento, in primis i titoli di stato, una minore percezione della solidità del proponente e una minore chiarezza delle proposta.

Da rilevare inoltre come l'Unione europea appaia meno solida come punto di ancoraggio. Sono circa la metà (51%) gli italiani che hanno piena fiducia (57% nel 2022) nell'istituzione. La sfiducia nell'euro sale al 58% ma due italiani su tre restano convinti che tra vent'anni l'esser parte della moneta unica sarà un vantaggio. C'è poi un tema giovani. L'indagine li fotografa non solo come più ottimisti, ma anche come più fiduciosi nell'Unione europea.

Ma la maggioranza del campione ha ancora una preoccupazione dominante: la stabilità lavorativa.

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