Economia

Cairo replica alle accuse Rcs: «Non c'è alcuna interferenza»

«L'offerta prevede una moratoria sul debito che non impedisce la trattativa con le banche». In Consob nessun quesito formale

L'offerta di Urbano Cairo su Rcs rimane nelle acque agitate di una contrapposizione tra lo stesso editore di La7 insieme con Intesa Sanpaolo da un lato e i grandi e storici soci, guidati idealmente da Mediobanca, e il cda di Rcs (espressione di questi) dall'altro.

Dopo il duro comunicato del cda di Rcs, contrario a una «Ops» considerata ostile, ieri è stato Cairo a prendere carta e penna e, in qualità di ad della Cairo Communication (azionista di Rcs al 4,7% e impegnata a raggiungerne almeno il 51%), a rispondere. Per chiarire il punto effettivamente più delicato. Quello della condizione posta da Cairo rispetto al debito di Rcs con le banche, di 430 milioni. Cairo, nella sua offerta di scambio, chiede un cosiddetto «stand still», cioè una sospensiva o una moratoria di due anni. Questo impegno, ha affermato ieri, «non incide sul negoziato in corso tra Rcs e le proprie banche finanziatrici, che il cda di Rcs può, naturalmente, proseguire nei termini che riterrà più opportuni». Il riferimento è alle «interferenze» che il cda aveva invece considerato implicite nella condizione d'offerta, chiamando in causa addirittura la Consob. Ebbene, nessuna interferenza, dice Cairo. Perché Rcs non è che la beneficiaria di tale moratoria, che riguarda invece come parti Cairo Com da un lato, le banche dall'altro. In altri termini, nessuno impedisce a Rcs di portare avanti la trattativa, pur in presenza di tale condizione di efficacia dell'offerta. Fonti di mercato fanno tra l'altro notare che Rcs ha tirato in ballo la Consob senza, però, porre un formale quesito. Il che ha reso fin da subito più debole l'eccezione. In ogni caso la Commissione deciderà a breve se aprire un dossier. Cosa che sembra al momento improbabile.

Sulla Ops di Cairo si registra l'intervento del presidente di Intesa, Gianni Bazoli: «Mi rimetto alle parole dell'ad Carlo Messina (sempre di Intesa, ndr) e le condivido: ha ritenuto che un intervento di questo genere può ottenere due risultati: tutelare l'interesse della banca e assicurare un futuro all'azienda. Se ci saranno proposte diverse e migliori saranno esaminate con questo atteggiamento». Un punto in più a favore di Cairo, che peraltro ha lanciato l'operazione proprio con Intesa (anch'essa azionista al 4,2% di Rcs) come advisor e finanziatore.

Un ruolo che ha sollevato varie questioni, a partire dal duello-scontro con Mediobanca. Sul quale si è espresso lo stesso Messina per pacificare i toni: «Non c'è nessun contrasto con Mediobanca. Intesa Sanpaolo si confronta sempre in termini positivi e costruttivi, mai in modo conflittuale».

MZ

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