Economia

Cattaneo entra nella «fossa» delle tlc

Per il nuovo ad, ai tanti dossier aperti si aggiungono i timori per lo stop alla fusione tra H3g e O2 in Inghilterra

Maddalena Camera

L'insediamento in Telecom del neo capo azienda Flavio Cattaneo è arrivato ieri in una giornata negativa per i titli delle tlc in Borsa (-4,7% a 0,85 le azioni del gruppo). Un cda lampo, con i consiglieri collegati in videoconferenza e solo il presidente Giuseppe Recchi, Cattaneo e l'ad di Vivendi, primo azionista della società telefonica, Arnaud de Puyfontaine, presenti. Il cda ha sancito l'investitura di Cattaneo come ad di Telecom.

Inoltre è stato fissato l'emolumento per l'ad che resta lo stesso di quello precedente ma è stato introdotto un nuovo strumento di incentivazione basato sul superamento di obiettivi industriali non finanziari, legati all'andamento azionario. Il cda ha anche deliberato di non ampliare il numero di consiglieri. Entrambe le proposte dovranno essere votate all'assemblea della società prevista per il 25 maggio.

Certo in una giornata non semplice per la Borsa di Milano il ribasso di Telecom non deve stupire per due motivi. Da un lato il cambio di ad comporterà un rallentamento di alcune partite che la società di tlc era in procinto di chiudere sotto la guida di Marco Patuano. In primo luogo Inwit. Chi vincerà la gara delle torri? Mediaset, fresco socio di Vivendi nella tv a pagamento, tramite la sua controllata Ei Towers o Cellnex; quest'ultima è pronta ad acquistare tutto il pacchetto messo in vendita da Telecom. Inoltre non si può pretendere che Cattaneo trovi rapidamente una soluzione per altri problemi che da tempo assillano l'ex-monopolista. Come l'accordo con Metroweb per la fibra ottica. A questo punto analisti ed esperti del settore si domandano se sia conveniente per Telecom proseguire da sola a stendere la rete in fibra ottica o accettare l'alleanza con Enel. Quanto al Brasile la congiuntura economica del Paese sudamericano al momento non consigliano di vendere e anche il tanto decantato accordo con Oi, il quarto operatore, appare difficile.

Sullo sfondo ci sono poi i tagli alle spese per raggiungere l'obiettivo di un miliardo di risparmi. Su questo fronte i sindacati sono già scesi sul piede di guerra perché temono tagli occupazionali. «Vorremmo evitare di trovarci in condizione che Telecom strumentalizzi la scelta sulla banda larga per scaricare sull'occupazione i problemi della società - ha detto ieri il segretario della Cgil Susanna Camusso. Cattaneo ha comunque già fissato un incontro con i sindacati per il 28 aprile prossimo ed è in quella occasione che si potrà cominciare a delineare il piano di intervento sui tagli che sono però già stati smentiti dall'azionista di maggioranza, con il 24,9%, Vivendi.

In ogni caso la picchiata in Borsa è stata influenzata anche da altri fattori. In Inghilterra infatti dopo il parere negativo mandato a Bruxelles dall'Authority per le tlc, l'Ofcom, è arrivato anche quello dell'Antitrust britannico sulla fusione tra i gestori mobili H3g, che fa capo a Hutchison Whampoa, e O2 di Telefonica. Il via libera Ue alla fusione, che porterebbe alla creazione del primo operatore mobile in Gran Bretagna, è attesa per il 19 maggio. La tesi delle due Authority è che l'accordo potrebbe danneggiare i consumatori, causando un aumento delle tariffe. Lo stesso viene paventato in Italia per la fusione tra «3» e Wind e dunque anche questa operazione, dove l'ok dell'Antitrust Ue è atteso per agosto, potrebbe subire una battuta di arresto.

E dunque non si allenterebbe la concorrenza sulle tariffe della telefonia mobile.

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