Economia

Cgia Mestre, nel 2019 perse 6.500 imprese artigiane

Secondo l'associazione degli Artigiani e delle piccole imprese è il mezzogiorno ad aver subito la perdita maggiore di attività

Cgia Mestre, nel 2019 perse 6.500 imprese artigiane

"Nei primi 6 mesi di quest’anno lo stock delle imprese artigiane è diminuito di 6.564 unità". Ad affermarlo è, in una nota, l’Ufficio studi della Cgia di Mestre.

Secondo l'associazione degli Artigiani e delle piccole imprese, al 30 giugno scorso il numero di imprese artigiane attive in Italia è di 1.299.549 ma, ad eccezione del Trentino Alto Adige, tutte le regioni italiane hanno avuto un saldo negativo. I dati conferma il trend negativo che dura ormai da 10 anni; difatti, tra il 2009 e il 2018 il numero complessivo di imprese artigiane è sceso di quasi 165.600 unità.

Secondo il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo "la crisi, il calo dei consumi, le tasse, la mancanza di credito e l’impennata degli affitti sono le cause che hanno costretto molti artigiani a cessare l’attività. E per rilanciare questo settore è necessario, oltre ad abbassare le imposte e ad alleggerire il peso della burocrazia, rivalutare il lavoro manuale".

Il settore artigiano più colpito è stato quello dell’autotrasporto, che negli ultimi 10 anni ha perso 22.847 imprese (-22,2 per cento), seguito da quello manifatturiero (- 58.027 unità pari al 16,3 per cento) e dell’edilizia con un crollo del numero di imprese di 94.330 unità (-16,2 per cento).

A livello territoriale il maggior numero di perdite di unità si è registrato in Emilia Romagna (-761 imprese), seguita dalla Sicilia (-700) e dal Veneto (-629) ma, complessivamente, è il Mezzogiorno ad aver accusato maggiormente la crisi e ,tra le regioni più in difficoltà, la Sardegna che tra il 2009 e il 2018 ha perso il 18 per cento (-7.664 unità) delle imprese artigiane; seguono l’Abruzzo ( -17,2% pari a 6.220 unità), l’Umbria (- 15,3% e 3.733 unità), la Basilicata (15,1 per cento e 1.808 unità) e la Sicilia (-15,1% e 12.747 attività perse).

In questa congiuntura negativa aleggia, inoltre, lo spettro dell'Iva che potrebbe rappresentare un'ulteriore “stangata” al mondo dell’artigianato.

Difatti, il primo gennaio prossimo, se non se non dovesse essere fermato l’innalzamento di 3 punti percentuali sia dell’aliquota ordinaria che di quella ridotta, gli effetti sul fatturato di queste attività potrebbero essere gravissimi considerando che le imprese artigiane vivono quasi esclusivamente dei consumi delle famiglie.

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