Economia

CheBanca! scommette sui «premier»

La svolta del wealth management e la caccia ai grandi clienti

Cinzia Meoni

CheBanca scommette sul wealth management e, in particolare, sul una clientela «affluent e premier», cioè fino a 5 milioni. Lo spiega al Giornale Lorenzo Bassani, direttore wealth management della società e, in precedenza responsabile di Barclays Italia, acquisita lo scorsa estate dalla capogruppo Mediobanca.

«Puntiamo, entro i prossimi tre anni, a raddoppiare le masse in gestione - attualmente superiori ai 5 miliardi (sui 38 miliardi vantati, complessivamente, dal gruppo ndr) -, a estendere le filiali sul territorio, a rafforzare la rete passando dagli attuali 70 promotori ai 320 attesi nel 2019 e ad aggregare private banker per accrescere la nostra forza» commenta il manager. Secondo cui CheBanca, per raggiungere i traguardi prefissati, può far leva sulla solidità, sul brand e sulla vocazione alla trasparenza del gruppo. «Oggi stiamo procedendo con l'integrazione di Barclays Italia e siamo in fase di recruiting. Avvertiamo un forte interesse verso il nostro progetto» aggiunge Bassani che sottolinea poi come buona parte della rete di Barclays Italia sia rimasta al proprio posto successivamente all'acquisizione da parte di Piazzetta Cuccia, pronta ad affrontare le nuove sfide.

«La direzione intrapresa è quella di una gestione patrimoniale a 360° gradi» commenta Bassani, che si propone di sviluppare i servizi di investimento, e non solo, rivolti alle diverse fasce di clientela. In particolare i clienti retail continueranno a essere serviti attraverso la piattaforma digitale e i 450 family sales delle oltre 140 filiali sul territorio, mentre i clienti affluent (con patrimoni fino a 500mila euro) potranno contare sui gestori di CheBanca e i clienti premier (fino a 5 milioni) avranno a disposizione professionisti dedicati. All'interno del gruppo, d'altro canto, non mancano le competenze che guardano al di là della mera allocazione della liquidità; dalla consulenza fiscale, ad esempio, fino a quella successoria.

I primi risultati del nuovo corso sono già stati registrati nel primo semestre del nuovo esercizio (Mediobanca chiude il bilancio a giugno), grazie all'avvio dell'integrazione delle attività di Barclays Italia che ha portato in dote 220mila clienti sugli 800mila di CheBanca. La società ha chiuso il semestre in crescita con un utile netto di 29,1 milioni (dai 5,8 milioni del precedente esercizio), ricavi pari a 131,7 milioni (+36,9%), una raccolta retail a 13,8 miliardi (da 10,7) e una indiretta di 6,9 miliardi (da 3,9), oltre a impieghi per 7,4 miliardi (da 5,1).

Il piano di CheBanca si colloca all'interno del più complesso business plan di Mediobanca presentato lo scorso autunno, che prevede il riposizionamento strategico sulle attività bancarie ad alta redditività, a cominciare dallo sviluppo della nuova divisione wealth management che raggruppa le attività di risparmio di CheBanca, di Banca Esperia e di Spafid (dedicate a una clientela con oltre 5 milioni) e la fabbrica prodotto Mediobanca Asset Management.

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