Economia

Concordato "in bianco" per Zucchi

La crisi del gruppo controllato dal portiere della Juventus. Mossa di Buffon per trovare l'accordo con le banche

Concordato "in bianco" per Zucchi

Nuovi tempi supplementari per Zucchi che finisce in concordato con riserva («in bianco»). Alla storica azienda tessile italiana - controllata dal portiere della Juventus e della Nazionale Gianluigi Buffon (con 56,2% del capitale) - non è bastato il rinvio di un mese dell'assemblea (inizialmente in calendario per il 23-24 marzo) per trovare un accordo con le banche creditrici sulla ristrutturazione del debito.

E così ieri l'assise dei soci, riunita a Rescaldina, ha dovuto avviare la procedura concorsuale con il tribunale. Un passaggio che, di fatto, protegge la Zucchi dal fallimento dandogli 120 giorni per trovare un'intesa con i creditori senza che questi possano presentare istanze. E, in questo caso, la quadra sull'accordo di ristrutturazione con le banche con le quali, da mesi, ha disatteso alcuni impegni finanziari (covenant).

Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bpm, Ubi, Banco Popolare e Bnl - con le prime tre che figurano anche azioniste della società, rispettivamente con il 3,5%, il 4,7% e il 2,5% - sono al lavoro da settimane e, secondo indiscrezioni il cerchio potrebbe chiudersi in giugno. «Siamo tutti impegnati a salvare un gruppo importante che rappresenta un pezzo della storia industriale e culturale del Made in Italy» ha commentato l'amministratore delegato Giovanni Vacchi, spiegando che «lo strumento di cui all'articolo 161, sesto comma, della Legge Fallimentare rappresenta il percorso più efficace per mettere in sicurezza da subito l'azienda e porre il piano di rilancio e sviluppo».

La situazione resta comunque delicata. La società ha un patrimonio netto negativo e il debito nei confronti delle banche ammonta a circa 100 milioni, parte dei quali sono già scaduti. Sul fronte occupazionale, poi, ci sono in bilico mille posti di lavoro. È facile dunque ipotizzare che, a meno di colpi di scena, il controllo delle banche sul gruppo possa aumentare, magari con il primo socio Buffon che potrebbe alleggerire la propria quota. Passaggio che potrebbe avvenire, però, anche attraverso l'ingresso di un nuovo azionista. A marzo la società ha dato mandato a Ernst&Young di trovare possibili nuovi investitori.

«Abbiamo ricevuto manifestazioni di interesse interlocutorie - ha spiegato ieri l'amministratore dele gato - da diverse parti del mondo, siamo una società con un patrimonio così forte che mi aspettavo un riscontro di questo genere».

Intanto, in attesa di novità, è stata convocata una nuova assemblea per il primo di giugno per la nomina del board decaduto ieri con le dimissioni di Anna Schiaffino. Per Buffon - che con la sua Juventus si avvia a una fine di campionato tutta in discesa - la partita più difficile si gioca quindi sul campo finanziario. Fino ad oggi il portiere ha puntato sulla Zucchi 25 milioni, ma il valore del suo pacchetto si è dimezzato.

E all'orizzonte, in mancanza di un accordo, resta sempre lo spettro di una nuova ricapitalizzazione da 26 milioni di euro.

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