Economia

Confcommercio: "Ridurre la pressione fiscale complessiva"

Secondo l'associazione di categoria sarebbe inutile mentre serve "ridurre la pressione fiscale complessiva"

Confcommercio: "Ridurre la pressione fiscale complessiva"

La Confcommercio prende posizione ed esprime la propria contrarietà all'idea di uno scambio tra l'aumento dell'Iva e la riduzione del Cuneo fiscale.

L’idea, ventilata negli scorsi giorni, ha visto una smentita ufficiale da parte del governo, ma l’associazione di categoria batte sulla questione è precisa che "Non è quel che occorre: crescita zero e venti di recessione richiedono una riduzione netta della pressione fiscale complessiva". Inoltre, i commercianti si chiedono "A chi gioverebbe visto che, nello scambio tra più imposte indirette e meno imposte dirette, a pagare di più sarebbero i livelli di reddito più bassi?".

Anche dalle pagine di La Repubblica il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ribadisce il proprio no all'aumento dell'Iva neanche se "selettivo”. Sul questo punto, per i commercianti "sembra anzitutto che davvero meriterebbe di essere attentamente considerata la tenuta del fondamento giuridico di un’imposizione fiscale ad aliquote differenziate in ragione del diverso mezzo di pagamento (moneta elettronica o moneta legale sotto forma di carta moneta o di moneta metallica) utilizzato per l’acquisto degli stessi prodotti o servizi. Quanto agli effetti di una simile tecnica, occorre poi muovere dai dati dì realtà e, anzitutto, dalla constatazione del fatto che, ad oggi, i pagamenti a mezzo carta rappresentano, in valore, non più del 35% della spesa delle famiglie".

Inoltre, "Sarebbe tutta da verificare l'efficacia della differenziazione delle aliquote non solo ai fini della disincentivazione del ricorso al contante ma anche e soprattutto in termini di contrasto degli effetti economicamente recessivi e fiscalmente regressivi dell'innalzamento delle aliquote legali Iva".

"Non si comprende - conclude la nota - come gli ipotizzati meccanismi di compensazione fiscale potrebbero interessare la spesa, ad esempio, di turisti esteri provenienti dagli altri Paesi membri dell'Unione europea. Infine, sul piano complessivo, sembrerebbe che l'operazione dovrebbe concorrere ad un accrescimento del gettito Iva di circa 5 miliardi di euro.

Sarebbe francamente arduo, allora, catalogare una simile architettura nella categoria delle 'modulazioni con beneficio per gli italiani di cui ha parlato il Presidente Conte".

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