Economia

Confcommercio, con Pil "equilibrato" l'Italia supera la Germania

Il centro studi dell'associazione dei commercianti analizza il Pil in relazioni a variabili quali l'emissione di CO2 e la qualità della vita

Confcommercio, con Pil "equilibrato" l'Italia supera la Germania

L'Italia ha un Pil superiore a quello tedesco se si inseriscono tra gli indicatori variabili come le emissioni di CO2 e la qualità della vita.

Ad affermarlo è il centro studi della Confcommercio che, in una nota diffusa oggi, rilancia il concetto di "Pil equilibrato" come modello di raffronto macroeconomico tra differenti Stati. Secondo Mariano Bella, presidente del centro studi: "Anche senza entrare nel ginepraio degli indici di benessere è sufficiente considerare alcune variabili facilmente quantificabili e valorizzate in modo omogeneo a livello internazionale per arrivare a una definizione migliore del prodotto interno lordo. Considerando l'incidenza negativa delle emissioni di CO2, degli incidenti sul lavoro e su strada, della povertà si arriva a un concetto più preciso e più ricco di Pil che noi chiamiamo il Pil Equilibrato".

Si tratta di un modello sviluppato da alcuni anni dal centro studi dell'associazione della piccola impresa del commercio e dei servizi, per individuare un parametro di crescita che pesi il portafoglio ma anche la qualità della vita. Secondo questa modello analitico, se di considerano gli effetti delle cosiddette "esternalità negative", secondo la Confcommercio il quadro generale dell'economia nazionale sarebbe migliore di quella che ci dicono gli studi statistici tradizionali.

Dunque, “elementi che incidono negativamente sulla ricchezza nazionale come le emissioni di CO2 (il cui costo marginale sociale, per esempio, e considerato equivalente a 57 euro per tonnellata per tutti i paesi), gli infortuni e l'incidenza della povertà assoluta sono meno rilevanti in Italia che in altri paesi europei - spiega Bella - è evidente infatti che produrre un prodotto interno lordo pari a 100, assieme a una certa quantità di emissioni nocive per l'ambiente e per l'uomo, non è la stessa cosa che produrre lo stesso Pil senza alcuna emissione”. “Nella sostanza – continua il responsabile del centro studi - la principale conclusione dello studio è che se invece del Pil si considerasse quello Equilibrato la dinamica economica del nostro Paese risulterebbe, tra la fine del 2008 e la fine del 2017, migliore di 0,6 punti percentuali in termini reali".

" Anche nella comparazione internazionale - continua la nota - con il Prodotto interno lordo Equilibrato l'Italia ridurrebbe i gap di performance. Se per l'Italia il Pil Equilibrato si è mosso meglio del Pil, per Francia e Germania si è mosso molto peggio (-1,2% e -0,4% rispetto al Pil nel periodo).

Sull'arco dei dieci anni il differenziale tra la crescita del prodotto interno lordo dell'Italia e della Germania, negativo per l'Italia di circa il 10% si ridurrebbe ad un -8,7% con quello Equilibrato".

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