Economia

«Corriere», Jovane in bilico Decisivo il cda di giovedì

In consiglio l'ad di Rcs si gioca la conferma su conti e cessioni. Attese posizioni critiche. Anche Fiat valuta se mantenere il sostegno. Contatti continui tra i soci

«Corriere», Jovane in bilico Decisivo il cda di giovedì

di Marcello Zacché

Nel consiglio di giovedì prossimo l'ad di Rcs, Pietro Scott Jovane, si gioca buona parte della sua riconferma. Come noto Jovane, voluto dal primo azionista di Rcs, la Fiat di John Elkann, è in scadenza al pari del resto del cda. Le liste andranno fatte entro il 29 marzo. Ma la partita è già iniziata e questo cda straordinario, nelle ultime ore, sta diventando sempre più carico. Jovane aggiornerà i consiglieri sui conti e sulle cessioni cosiddette no core . Due temi che scottano: sul bilancio circolano voci di un rosso 2014 più vicino ai 100 milioni che non i 60-70 del «consensus» degli analisti diffuso a fine anno; e di un debito intorno ai 500 milioni, 30 di troppo rispetto ai piani originali. Sulle cessioni, a parte i dossier Finelco e Digicast, il tema è quello dei libri: se è vero o non è vero che Jovane vuole venderli alla Mondadori. Su entrambe le questioni si prevede maretta: i conti sono brutti e preoccupano in prospettiva 2015. Mentre sui libri il cda non ne sapeva nulla e non sarebbe vero che sia stata Mondadori a fare la prima mossa.

Dal cda, presieduto da Angelo Provasoli, è attesa la posizione critica di un pezzo da novanta quale Piergaetano Marchetti - ex presidente Rcs, vicino al presidente di Intesa, Giovanni Bazoli - dal quale non si attendono sconti a Jovane, arrivato alla Rcs da Microsoft a metà 2012 per toglierla dalla crisi, ringiovanirla e trasformarla in una moderna media company . Ascolteranno interessati due come Fulvio Conti e Roland Berger, indipendenti selezionati da Mediobanca e come tali votati a non essere «divisivi». Mentre fondamentali saranno le parole di Luca Garavoglia, presidente e azionista di controllo della Campari, considerato vieppiù il consigliere «forte», non a caso presente sia nel comitato nomine, sia in quello rischi. Vicino a Elkann, è stato Garavoglia a comunicare il licenziamento a tempo al direttore del Corriere Ferruccio De Bortoli voluto da Fiat l'estate scorsa. Si dice che anche Garavoglia sia deluso da Jovane. Comunque, dalla sua posizione in cda si capirà se Elkann intende confermare Jovane e andare così allo scontro con gli azionisti più delusi e le banche preoccupate; oppure se anche da Torino si cominciano a pensare a nuove strategie per Rcs, magari in vista della composizione di una lista unitaria, facendo leva su un cambio al vertice del gruppo, di cui la direzione del Corriere diventerebbe parte integrante. Di certo, non essendoci più il patto di sindacato tra grandi soci, il cda assume a questo giro una valenza diversa e maggiore per Rcs rispetto al passato.

Questo il possibile scenario a fronte del malcontento espresso sottotraccia da diversi azionisti verso la gestione Elkann-Jovane, intorno al quale si stanno muovendo il presidente di Intesa, Giovanni Bazoli e il vice di Unicredit, Fabrizio Palenzona, anche in rappresentanza di un sistema bancario esposto per circa 600 milioni di linee di credito a Rcs. Nessun segnale, invece, da parte di Diego Della Valle, secondo socio che a Elkann, in questi anni, ne ha dette di tutti i colori.

Ma che proprio per questo, per evitare di personalizzare uno scontro che è salito a un piano più alto, sta ora dietro le quinte.

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