Economia

Cottarelli: «Sugli aiuti ad Atene un'intesa con il Fmi arriverà»

nostro inviato a Rimini

Il Fondo monetario internazionale non è fuori dal piano di salvataggio della Grecia. C'è una diversa valutazione sulla sostenibilità del debito rispetto alle istituzioni europe. Ma «penso che un accordo sarà trovato». Carlo Cottarelli, direttore esecutivo del Fmi non è pessimista. Al Meeting di Rimini l'ex commissario alla «spending review» del governo ha spiegato che secondo il Fmi mancano quegli elementi di sostenibilità che «rappresentano il requisito per fare prestiti di importo rilevane». Quindi il no al piano per il Fondo era un obbligo. Anche se non è definitivo. La Ue ha invece detto «che la discussione sulla sostenibilità del debito avverrà in seguito». Quindi, «nel giro di due o tre mesi. A quel punto il Fondo potrà decidere se intervenire o meno». E comunque l'Fmi ha già detto che le politiche adottate da Atene «vanno nella direzione giusta».

Una valutazione controcorrente anche sulla Cina: il direttore del Fondo non è d'accordo con chi parla di crisi del gigante asiatico. C'è stato uno «choc sui mercati finanziari», un rallentamento del Pil un po' superiore alle previsioni del governo, ma l'economia continua a correre. «Parliamo di un Paese che dovrebbe crescere quest'anno del 6,8%». Il rallentamento è fisiologico se si considera che ogni anno il Pil cinese in termini assoluti aumenta in modo considerevole e ripetere una crescita a due cifre diventa più difficile. La svalutazione dello Yuan ha sorpreso Cottarelli, ma il Fmi non ne ha ancora discusso.

Qualche battuta anche sulla spending review italiana e i 10 miliardi che il premier Matteo Renzi conta di ricavare da una riduzione della spesa pubblica.Un obiettivo possibile secondo l'ex commissario. Sulla sanità la spesa italiana è cresciuta rispetto al Pil come altri paesi. Ma il livello è nella media Ue. Sono comunque possibili altri risparmi. L'aumento della spesa sanitaria rispetto al PIl, ha fatto presente, «è stato dello 0,8% come in Germania e meno che in altri Paesi come Francia e Regno Unito. Sono ancora possibili risparmi perché c'è una diversa efficienza tra le varie regioni d'Italia: si possono ottenere ancora 3,4 o 5 miliardi». Quindi con l'applicazione dei costi standard. L'impostante, ha precisato, «è che gli interventi siano mirati».

Un richiamo a non fare tagli lineari che sarà difficile rispettare.

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