Economia

Crisi, Fmi boccia l'Italia: "Lo stallo politico mina la ripresa mondiale"

Nel 2013 il pil italiano giù dell'1,5%. Allarme disoccupazione. E lo stallo politico del Belpaese minaccia la ripresa globale

Christine Lagarde, direttrice del Fmi
Christine Lagarde, direttrice del Fmi

Lo stallo politico in Italia rischia di produrre ombre sulla ripresa economica globale. Il giudizio è del Fondo monetario internazionale secondo cui "nel breve termine" i rischi che pesano sull’economia mondiale "sono principalmente collegati agli sviluppi nell’area dell’euro, comprese l’incertezza sulla ricaduta degli eventi di Cipro e la situazione politica in Italia, così come la vulnerabilità dei paesi periferici".

L'istituto di Washington accende i riflettori sull'Italia. Da cinquanta giorni il Belpaese si barcamena in un pericoloso limbo: mentre il presidente della Repubblica Giorgia Napolitano non riesce a formare uno straccio di governo, il parlamento si appresta a eleggere il nuovo inquilino del Quirinale senza trovare un nome capace di unire gli italiani. E, mentre la politica annaspa, la crisi economica dilaga e gli indicatori peggiorano. Secondo il Fondo monetario, infatti, nel 2013 il pil italiano si contrarrà dell’1,5% per poi crescere dello 0,5% il prossimo anno. Rispetto a gennaio sono state tagliate dello 0,4% le stime per il 2013, mentre sono rimaste invariate quelle per il 2014. Il rapporto di primavera dei tecnici di Washington conferma comunque che, nonostante le difficoltà, la ripresa potrebbe davvero arrivare nella seconda metà di quest’anno. Il dato quarto trimestre su quarto trimestre stima infatti un’espansione dello 0,4% nel 2013 e dell’1% nel 2014. Troppo poco, però, per stimolare l’occupazione: il tasso dei senza lavoro dovrebbe aumentare al 12% quest’anno e salire ancora al 12,4% il prossimo. Soltanto la Spagna farà peggio dell’Italia tra i big europei, con un pil previsto in caduta dell’1,6% quest’anno e in risalita dello 0,7% il prossimo. E un tasso di disoccupazione pari rispettivamente al 27% e al 26,5% nei due anni.

"Le prospettive dell’economia globale sono ancora migliorate ma la strada per la ripresa nelle economie avanzate resta accidentata", hanno spiegato gli economisti del Fondo monetario internazionale che, nel rapporto economico di primavera, continuano ad attendere un rimbalzo nella seconda metà dell’anno. L'Italia è, dunque, un ostacolo a questa ripresa.

A pesare sul Belpaese è proprio quello stallo economico causato dall'immobilismo di Napolitano e dalle scelte politiche del leader del Pd Pier Luigi Bersani che per rincorrere il Movimento 5 Stelle ha ripetutamente voltato le spalle al centrodestra lasciando il Paese senza governo.

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