Economia

Debito del Comune di Roma, è ignoto il 60% dei creditori

L'allarme del commissario straordinario per il debito storico Silvia Scozzese: "Tornata dopo 8 anni mi aspettavo più ordine, non sappiamo chi siano i creditori"

Debito del Comune di Roma, è ignoto il 60% dei creditori

Il Comune di Roma è pieno di debiti ma il 60 per cento dei creditori è ancora ignoto. Sembra incredibile ma è questo quello che emerge dalle ricerche del commissario per il debito capitolino Silvia Scozzese, intervistata oggi dal Messaggero.

Bisogna premettere innanzitutto che quello di cui si sta parlando è il cosiddetto "debito storico", anteriore al 2008, accumulato negli anni dalle varie amministrazioni capitoline ma che non riguarda gli ultimi tre inquilini del Campidoglio (Virginia Raggi, Ignazio Marino e Gianni Alemanno). Una montagna di debiti distinti in finanziari (circa 9 miliardi ancora da pagare) e commerciali (quelli cioè nei confronti dei privati, pari a 3,1 miliardi).

Secondo la Scozzese, il problema maggiore sta nel residuo debito non finanziario, che include i debiti da contenzioso e quelli da espropri, "per cui non ci sono ancora i dti definitivi".

Su questo capitolo, spiega il commissario straordinario, "il lavoro è ancora in fieri perché dagli atti a disposizione della gestione commissariale non è possibile individuare il 60 per cento dei creditori". Il Campidoglio insomma è indebitato fino al collo ma non conosce più della metà dei soggetti che deve pagare. Una situazione paradossale, che la Scozzese addebita agli uffici del Comune, spiegando di "essere al lavoro perché il Campidoglio ci fornisca questi dati."

Per fortuna i conti comunali non sono a rischio, poiché il Comune ha un bilancio separato da quello della commissione, che dispone invece di un fondo riservato, destinato a pagare le obbligazioni precedenti al 2008.

Questi debiti pregressi vengono pagati già dai romani con l'addizionale Irpef più alta d'Italia, al 9 per mille e da tutti i passeggeri che transitano dagli aeroporti della Capitale sotto forma di altre tasse aeroportuali, mentre 300 milioni sono a carico dello Stato.

Certo, verrebbe da dire, scoprire a chi devono andare questi soldi sarebbe un buon primo passo nella giusta direzione.

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